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martedì 11 maggio 2010

Come potare curare dalle malattie gli agrumi

eccovi piccoli ma efficaci consigli per la cura dei vostri agrumi
LA POTATURA Esistono due tipi di potatura. La prima,detta di allevamento, ha lo scopo di conferire alle giovani piante la forma desiderata e consiste nell’individuare uno o più rami «portanti» che verranno fatti crescere secondo la forma di allevamento scelta. Quando le piante sono «formate» si procede con il secondo tipo di potatura, detta di mantenimento,che ha lo scopo di conservare la forma

della pianta e assicurare un certo ricambio della vegetazione e quindi un buon vigore. La potatura di allevamento. Gli agrumi in vaso possono essere allevati in diverse forme che rispettano le esigenze della pianta. La forma libera-1 consiste nell’allevare la pianta come un cespuglio, conferendole una chioma regolare.

Scegliete due-tre rami robusti e vigorosi di una giovane pianta ed eliminate i succhioni man mano che si formano sul tronco e sulle branche. In primavera e a settembre cimate i rametti della parte interna della chioma ed i rami laterali in modo che ramifichino; accorciate, portandoli all’altezza del cespuglio che si vuole ottenere,

quelli che si spingono verso l’alto per stimolare la crescita dei rami della pianta posti più in basso. Ottenuta la forma desiderata, procedete con le regolari potature di mantenimento La forma ad alberello-2 consiste in una chioma sviluppata su un fusto più o meno alto. È data dallo sviluppo in forma libera di un agrume innestato su un portinnesto dritto a circa 80-100 cm di altezza dal colletto (punto di inserzione del fusto sulle radici).

In questo caso acquistate già l’alberello formato oppure innestate l’agrume che volete coltivare su un arancio amaro ad 80-100 cm di altezza dal colletto e procedete come riportato precedentemente nella forma libera per la formazione della chioma. La forma a cerchio-3 con tutori consiste nel far sviluppare i rami della pianta lungo una struttura a tronco di cono rovesciato.

È una delle forme più funzionali per la coltivazione degli agrumi in vaso come piante ornamentali: la parte interna della pianta rimane vuota e la luce e l’aria possono penetrarvi; lo sviluppo orizzontale dei rami stimola un’abbondante fruttificazione anche nelle piante giovani. Inoltre gli agrumi allevati in questa forma non occupano molto spazio. Per ottenere una pianta con forma «a cerchio» infilate sei o più tutori di bambù in prossimità dei bordi del vaso e collegateli fra loro facendovi correre intorno del filo di ferro, sino ad ottenere una gabbia che abbia una struttura a tronco di cono. Scegliete due-tre robusti rami ed indirizzateli lungo la struttura; legateli con della rafia e guidateli

nello sviluppo in forma circolare man mano che crescono. Eliminate a fine inverno e a settembre i rametti che si sviluppano verso l’interno e verso l’alto. Ottenuta la pianta a cerchio, limitatevi alla potatura di mantenimento. Nella forma a spalliera-4 si fa crescere la pianta su una struttura di tale forma. La spalliera ha tutti i vantaggi della forma a cerchio e in più,

collocando il vaso a ridosso di una parete ben esposta, la pianta può superare all’aperto gli inverni meno rigidi. Allo scopo costruite una spalli era di bambù dell’altezza desiderata da fissare nel vaso (oppure acquistatene una di quelle estensibili) e legate con della rafia i rami alla struttura; guidate poi i rami nello sviluppo man mano che crescono seguendo la spalliera.

Una volta che la pianta ha formato la sua struttura limitatevi alla potatura di mantenimento. La potatura di mantenimento. Alla fine dell’inverno (al nord quando riportate le piante all’aperto) eliminate i rami che hanno fruttificato e perso vigore,quelli secchi e quelli rimasti completamente senza foglie; diradate la chioma per permettere alla luce e all’aria di raggiungere anche le parti più interne.

Se la pianta ha perso tutte le foglie accorciate di 3-4 nodi tutti i rami per consentire un veloce ricaccio ed eliminate buona parte dei rametti più piccoli all’interno della chioma. Durante la bella stagione tagliate alla base i succhioni man mano che si formano; in settembre eliminate i rami fuori posto per ridare forma alla chioma e sfoltite un po’ la pianta.

Unica eccezione riguarda il ponciro che non ha bisogno di potature e va solo indirizzato nella crescita. INNESTO E MARGOTTA: DUE TIPI DI MOLTIPLICAZIONE ABBASTANZA FACILI DA FARE L’innesto è il metodo migliore per ottenere nuove piante di agrumi. Consiste nell’innestare la varietà che si intende coltivare su un portinnesto, cioè su una pianta di una specie più resistente;

con questo metodo si ottengono piante resistenti alle malattie e molto produttive. Ricordate che gli aranci amari e il ponciro si riproducono da seme e sono i due principali portinnesti per gli altri agrumi. Il ponciro ( è in assoluto la specie più adatta a fare da portinnesto per gli agrumi in vaso poiché

conferisce alle piante innestate un’ottima resistenza al freddo ed alle malattie. In più ha una sorta di effetto nanizzante sullo sviluppo della specie innestata, caratteristica molto importante per la coltivazione in vaso. L’innesto che dà i migliori risultati a livello casalingo è quello a gemma dormiente, detto anche a scudetto .

L’innesto a gemma dormiente si effettua da giugno ad agosto, periodo in cui la pianta è in «succhio», cioè quando la linfa scorre abbondantemente nei suoi tessuti. Un altro modo per ottenere nuovi esemplari di agrumi è la margotta, che consente di far radicare un ramo della pianta madre mentre è ancora attaccato ad essa.La margotta si effettua nel mese di aprile. Le piante ottenute per margotta sono meno vigorose e meno rustiche rispetto a quelle ottenute per innesto.

come comportarsi con le fontanelle

Se ne parla sempre al singolare anche se di fontanellece ne sono due .
Entrambe sono membraneche ricoprono le ossa del capo nelle zone dove non si sono saldate. La prima quella che tutte le mamme conoscono si trova proprio sulla sommità della testa, è a forma di rombo e può raggiungere una largheza di 5 cemtimetri. La seconda posteriore, ma è talmente piccola ( misura meno di un centimetro che è difficile individuarla.

Elastiche ma resistenti le fontanelle permettono durante il parto, alla testa del piccolo di incunearsi tra le ossa del bacino materno e di passare indenne nonostante le forti sollecitazioni del travaglio.durante il primo anno di vita , poi consentono alle ossa del capo di adattarsi alla crescita notevole del cervello. Ecco perchè cominciano a chiudersi verso i sei mesi per saldarsi definitivamente entro i diciotto.

La fontanella, quindi, non è fragile come qualche mamma pensa: può essere toccata senza problemi e resiste anche ai piccoli colpi. E’ bene però controllarla, specie se il piccolo ha la febbre: se è infossata, segnala uno stato di disidratazione.

come seccare e conservare i funghi

Dopo aver cresciuto e raccolto alcuni funghi, devi pensare al modo ddi conservarli. Rimarranno freschi solo per un breve periodo. A volte devi raccogliere un fungo per volta e non è sufficiente per una dose. Altre volte ne avrai troppi per una dose. In ogni caso si pone il problema di conservarli. Ed in ogni caso potresti semplicemente non avere voglia di un viaggio. La buona notizia è che se ben conservati la componente psico-attiva si conserverà per molti mesi.
Ci sono molti modi per seccarli, ma noi seguiremo solo il metodo migliore. In ogni caso non usare mai il calore per seccarli. Il calore è estremamente nocivo ai componenti psico-attivi. Il potere dei funghi diminuirà drasticamente se userai il calore per seccarli.

Cosa serve: Rete metallica da 3/4 di cm un vecchio pezzo di stoffa o uno straccio Carta deumidificante (al cloruro di calcio) Un contenitore medio o grande di plastica sigillato Puoi comprare alcuni etti di cloruro di calcio in qualche grande ferramenta per pochi soldi. Di solito si trova nel reparto vernici perchè viene utilizzato per togliere l’umidità nei locali chiusi prima di verniciare o cose del genere. Se possibile compra semplicemente la ricarica.

E’ più economica del cloruro di calcio che viene venduto con la scatola per raccogliere l’umidità. Visto che la scatola non ci servirà, puoi fare a meno di comprarla. La camera per seccare i funghi ddeve avere dello spazio sul fondo per raccogliere l’acqua. Questo permette al cloruro di calcio di funzionare bene per un buon lasso di tempo. Quando raccoglie l’umidità dall’aria, sgocciola nel fondo della camera.

Il cloruro di calcio è sospeso da un pezzo di rete metallica sopra cui viene steso lo straccio. Segui la figura per maggior dettaglio. Lo straccio impedisce al cloruro di calcio di cadere, ma ogni goccia d’acqua che si forma può filtrare sul fondo. Il cloruro di calcio deve essere sparso generosamente. Se usi un contenitore troppo grosso, potresti aver bisogno di un supporto per sostenere la rete metallica ed il cloruro. Potresti metterci un pezzo di legno, o un righello e fissre il tutto con dello scotch.

Taglia ora un altro pezzo di rete in modo che stia sopra quella col cloruro di calcio e che rimanga un po’ di spazio per far circolare l’aria. I funghi saranno messi li sopra per essere essicati. Fai attenzione che il cloruro di calcio non tocchi la rete dei funghi. Deve esserci dello spazio per far circolare l’aria tra le due reti. I funghi NON devono toccare il cloruro di cacio mentre si stanno seccando, perchè l’assorbirebbero.

Questo è quanto per conservare i funghi con la minore perdita di efficacia. Per seccare i funghi semplicemente coglili e mettili a seccare sulla rete. Chiudi il Tupperware in modo che non passi aria. I funghi si ritireranno e rimpicioliranno nei giorni successivi. Dopo circa tre giorni, saranno abbastanza duri e conterranno poca acqua. Se non hai bisogno della camerea dei disseccamento puoi lasciarli anche per cinque o sei giorni.

Dopo che i funghi saranno rimasti per tre giorni nella camera di disseccamento, puoi metterli in una borsa chiusa per conservarli. Ricorda che più sono secchi più si sonserveranno. La ragione per cui il sistema funziona così bene è che il cloruro di calcio è un ottimo essiccante. Assorbe molto bene l’umidità e può eliminarla quasi completamente dall’aria. Comunque molta acqua comincera a formarsi nel fondo ddella camera. I funghi sono per il 92% acqua.

L’umidità deve finire da qualche parte mentre i funghi si seccano, ovvero nel fonddo del barattolo. Quando l’umidità comincia a raccogliersi nella camera di essicamento, puoi semplicemente svuotarlo e continuare con il vecchi essiccante. Devi solo stare attento a non sporcare i bordi del barattolo o la rete con i funghi con il cloruro di calcio. I funghi devono mai venirne in contatto. Per prima cosa ha un gusto terribile, e poi non permette al fungo di seccarsi perchè continua ad attirare umidità. Ogni volta che togli l’acqua, conviene lavare completamente il contenitore.

come forare un muro o un metallo

Il trapano elettrico è una macchina elettroportatile destinata a forare tutti i tipi di materiale, a condizione che risponda a certi criteri tecnici e che sia utilizzata nelle buone condizioni: scelta delle punte, velocità di foratura, percussione, etc.Il trapano può essere adattato ad utensile multi-funzioni: levigatrice, lucidatrice, fresatrice, mortasatrice, avvitatrice, etc…
CRITERI DI SCELTA Più la potenza è elevata più il trapano è efficace. Numerosi modelli sono attrezzati di un sistema di percussione indispensabile per forare il cemento. L’ideale è di disporre di una macchina a variatore di velocità che permette di adattare perfettamente la velocità del materiale da forare. Certi modelli si avvalgono di sistemi complementari: impugnatura laterale con arresto di profondità graduata, invertitore del senso di rotazione, avviamento proggressivo disinnesto elettrico in caso di sovraccarico, etc.

LE TECNICHE DI PERFORAZIONEPer fare un foro di una determinata profondità utilizzare la guida di profondità del trapano.Conservare la stessa angolazione di perforazione nel corso dell’operazione.Per una foratura di precisione nei piccoli pezzi (legno o metallo), utilizzare il trapano fisso, montato su un supporto verticale.

LA FORATURA DEL LEGNO Tracciare la posizione del foro con una croce e mettere la punta al centro della traccia.Forare appoggiandosi con moderazione, tenendo la parte decorativa del pezzo al di sotto. COME EVITARE SCHEGGE E L’USCITA DAL FOROCon una punta elicoidale:procedere in due tempi: forare da una parte fin quando l’estremità della punta non compare dal lato opposto, girare il pezzo di legno e finire la perforazione.

Con una punta piatta:mettere un pezzo di legno tra il pezzo da forare e il tavolo.Per i buchi di grande diametro, utilizzare una sega a tazza (o sega acampana). FORATURA DEL METALLO Segnare il punto dove va fatto il foro con un punteruolo e posizionare la punta sull’impronta.Forare con una pressione regolare.

Lubrificare la punta durante la perforazione: paraffina per il rame, olio per l’acciaio dolce, acquaragia per l’alluminio, salvo per i buchi di piccolo diametro (fino a 5mm). Per i buchi spessi, al fine della foratura, diminuire la pressione affinchè si eviti che la punta si blocchi al momento dell’uscita.Per evitare le sbavature, mettere una zeppa di legno sotto la lamiera.

PERFORAZIONE DELLA MURATURA Mettere il trapano in posizione di “percussione”.Eseguire il punto di foratura con un punteruolo.Mettere la punta della pastiglia di carburo nel segno del punteruolo.Per ottenere un buco ben calibrato, fare un primo buco di un diametro inferiore da 3 o 4 mm: servirà di guida alla punta. PERFORAZIONE DELLE PIASTRELLELA PIASTRELLA NON PUÒ’ ESSERE MARCATA DAL PUNTERUOLOPosizionare l’estremità della punta al carburo di tungsteno al centro deltracciato della croce, realizzata con un pennarello.Con un trapano a variatore di velocità, iniziare alla velocità più lenta possibile.Con un trapano senza variatore, far ruotare più volte il mandrino con la mano per iniziare il foro nello smalto della piastrella.Forare con una pressione controllata.

come si riconosce e si cura la faringite

è una delle più comuni cause di mal di gola.

Sono almeno una decina i virus che possono provocare questa infiammazione. Talvolta, però, responsabilisono i batteri, il più temibile dei quali è lo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A che può dare complicanze anche gravi. La faringite può insorgere isolata, oppure manifestarsi insieme al raffreddore o all’influenza o , ancora, essere il sintomo che annuncia la scarlattina o il morbillo.

Il segnale più tipico è un improvviso mal di gola che brucia e dà dolore quando si degutisce. Se fate aprire la bocca al bambino vedrete la parte posteriore della gola, la faringe appunto, fortemente arrossata. Provate la temperatura: il bambino può avere febbre, talvolta anche elevata. E’ facile che il bambino perda appetito a causa del mal di gola. Non forzatelo a mangiare, piuttosto offritegli bevande fredde, cibi semiliquidi, creme, budini.

Nelle forme virali, che sono la maggior parte, l’unico farmaco che può consigliarvi il pediatra è l’antifebbrile. Se si sospetta un’infezione batterica sarà indispensabile una cura antibiotica.

Come si posano le piastrelle

COME CALCOLARE LE DOSI NECESSARIE (per 1 mq - spessore 5 mmm)Composizione della malta: Interno - EsternoSabbia fine: da 5 a 6 LtCemento: 2,5 KgCOME PRENDERE LE MISURECalcolate la superficie da ricoprire senza tener conto dei giunti e dei tagli. A questo totale aggiungete:+ 5% se la posa è con giunti diritti+ 15% se la posa è con giunti obliqui+ 10% se la posa è con giunti alternati
QUALE TIPO DI POSA SCEGLIEREPosa sigillata con malta, su base di cemento livellato e pulitoPosa incollata su pavimento già piastrellato e livellato PRODOTTI: Piastrelle, cemento, sabbia, calce, colla-cemento, detersivo. ATTREZZI: Righello da muratore, livella, spago ricoperto di gesso, cazzuola, trogolo, mazzuolo di gomma, taglierina per piastrelle, tenaglia o tronchesina da piastrellista, raschietto di gomma, spatola dentellata, cordicella, crocette, trapano, punta al tugsteno, lima. LA PREPARAZIONESe il pavimento da rivestire è già ricoperto da piastrelle di altro tipo, lavatelo con un apposito detersivo sgrassante e sciacquatelo con acqua pulita.

TRACCIATURA DELLA STANZAPer ottenere tagli regolari sui bordi e per posizionare le piastrelle esattamente in parallelo ai muri laterali.Tracciate l’asse L partendo dal centro dei muri laterali.Tracciate perpendicolare alla linea “L” un tratto “P”, passando da “O” con l’aiuto di un righello e di una squadra da muratore. Per ottenere una perpendicolare perfetta misurate OP = 80 cm, OL = 60 cm. Le due linee saranno perfettamente perpendicolari quando LP misurerà 1 metro.Cominciate sempre la posa dal lato opposto alla porta.Centrate la prima piastrella. DISPOSIZIONE DELLE PIASTRELLETenendo conto del centro di partenza, disporre una fila di piastrelle sul tratto A-B, cominciando da O senza dimenticare i giunti.Tracciate la perpendicolare XY riportando la misura AB.Segnate con lo spago ricoperto di gesso la retta XY. La prima fila di piastrelle seguirà questa linea.

LA POSA SIGILLATAImmergete le piastrelle in acqua pulita.Inumidite il fondo. Stendete con la cazzuola la malta necessaria per porre due file di piastrelle (spessore circa 5 mm).Disporre la prima fila lungo la cordicella.Utilizzate delle crocette per realizzare dei giunti regolari.”Picchiettate” ogni piastrella con il mazzuolo di gomma. Tutta la superficie della piastrella deve appoggiare sulla malta. Controllate con la cordicella o con il righello e la livella che tutte le piastrelle siano orizzontali.Dopo la posa della seconda fila disporre le piastrelle lungo il perimetro della stanzaAssicuratevi che i giunti siano bene allineati, con l’aiuto della cordicella o con il righello

LA POSA INCOLLATALa preparazione, la tracciatura della stanza e la posa sono identici a quelli sopra. In questo caso, però, il materiale da utilizzare per il letto sarà costituito da colla cemento.Stendete uno strato di colla (tra i 3 e i 5 mm) usando una spatola dentellata. I GIUNTII giunti vanno preparati almeno 12 ore dopo la posa delle piastrelle. Allo scopo possono essere utilizzati diversi prodotti: una barbottina (impasto grasso): 1/3 di cemento, 1/3 di calce, 1/3 di sabbia fine, diluita in acqua un impasto grasso di cemento puro e di acqua preparati specifici per giunture

E’ possibile in tutti i casi miscelare un colorante intonato a quello delle piastrelle.Stendete la miscela con un raschietto di gomma fino a riempire totalmente i giunti.Dopo circa 10 minuti cospargete di segatura l’inera superficie ricoperta. La segatura, una volta assorbita la colla in eccesso, deve essere tolta.Passare una spugna umida allo scopo di levare le ultime tracce senza però incavare i giunti.Strofinate con uno straccio asciutto 1 o 2 ore dopo. RASCHIAREIl cemento in eccesso lasciato dalle operazioni di giuntura può essere eliminato con l’aiuto di prodotti specifici.Eseguendo questa operazione, fate attenzione a proteggere le mani con dei guanti.I prodotti che si possono utilizzare sono: a base di acidi già dosati, pronti da diluire in acqua; acido cloridico da diluire in acqua in percentuale varibile dal 15% al 30%, in base al tipo di piastrelle. Bagnate il pavimento con uno straccio e stendete il prodotto con lo spazzolone.Risciacquate abbondantemente con acqua pulita, senza attendere neutralizzando così il prodotto applicato.

IMPERMEABILIZZAZIONELe piastrelle più o meno porose (terra cotta, grès rosso, greggio o ceramico, ardesie e piastrelle naturali) possono essere impermeabilizzate.Per le piastrelle smaltate, il trattamento riguarda solo i giunti.Sulle piastrelle ben asciutte stendete il prodotto adatto con uno straccio bagnato o con un polverizzatore.Lasciate asciugare. RASCHIAREIl cemento in eccesso lasciato dalle operazioni di giuntura può essere eliminato con l’aiuto di prodotti specifici.Eseguendo questa operazione, fate attenzione a proteggere le mani con dei guanti.I prodotti che si possono utilizzare sono: a base di acidi già dosati, pronti da diluire in acqua; acido cloridico da diluire in acqua in percentuale varibile dal 15% al 30%, in base al tipo di piastrelle.

Bagnate il pavimento con uno straccio e stendete il prodotto con lo spazzolone.Risciacquate abbondantemente con acqua pulita, senza attendere neutralizzando così il prodotto applicato. IMPERMEABILIZZAZIONELe piastrelle più o meno porose (terra cotta, grès rosso, greggio o ceramico, ardesie e piastrelle naturali) possono essere impermeabilizzate.Per le piastrelle smaltate, il trattamento riguarda solo i giunti.Sulle piastrelle ben asciutte stendete il prodotto adatto con uno straccio bagnato o con un polverizzatore.Lasciate asciugare. TAGLIO D’ANGOLOProcedete con le stesse modalità. Una volta in larghezza e una in profondità. TAGLIO SPECIALEPer tagli circolari, effettuate una serie di forellini con il trapano (punta al tungsteno). Spezzate la piastrella con una tenaglia da piastrellista e rifinite con la lima.

Come curare la congiuntivite

Si tratta di un’infiammazione del rivestimento dell’occhio e della palpebra ( congiuntiva) causata da virsus oppure da batteri che allora provocano una secrezione di pus. Talvolta però può essere il sintomo di una reazione allergica.
Come si riconosce: l’occhio appare arrossato e il bimbo accusa bruciore molto intenso e fastidio soprattutto quando guarda la luce. Quando si risveglia almattino ha le palpebre incollate e se l’infezione è batterica secrezione di pus. In attesa del pediatra pulite delicatamente con batuffolo di cotone imbevuto di acqua bollita tiepida o di camomilla procedendo dall’angolo esterno a quello interno.

Iniziate dall’occhio non infiammato poi cambiate batuffolo e continuate con l’altro. la congiuntivite può trasmettersi con facilità, quindi per evitare epidemie familiari abbiate cura di lavarvi le mani,prima e dopo la pulizia, e di separare gli asciugamani e altri oggetti che vengono a contatto con gli occhi del piccolo.

Come si cura: primadi somministrare qualsiasi collirio è indispensabile consultare il pediata che stabilirà la causa della congiuntivite. Se si tratta di un’infezione batterica vi prescriverà una pomata o un collirio antibiotic, se invece è di tipo virale non vi sono cure specifiche e il disturbo passa nel giro di qualche settimana

Come scegliere la carozzina giusta

va scelta con cura, per questo quando l’acquistate, fate attenzione in particolare alle sue dotazioni di serie

freni è meglio che il dispositivo frenante sia montato su tutte e due le ruote posteriori: su una sola è rischioso perchè la carozzina di fronte a un ostacolo come marciapiede può girare su se stessa e ribaltarsi. Le finiture la struttura in ferro o alluminio deve essere ben coperta da gomma o altre protezioni

Il fondo deve essere rigido e indeformabile per sostenere il materasso , e facilmente lavabile La chiusura se scegliete il modello apri e chiudi, da trasformare poi in passeggino assicuratevi che i meccanismi siano facili da usare e che non sia possibile la chiusura accidentale.

L’interno se la fodera è in cotone è meglio, quella in plastica surriscalda ed è meno confortevole per il bambino. Per il passeggino valgono le stesse considerazioni , con in più l’attenzione da riservare alle cinghie che tengono il bambino e gli impediscono di cadere. Assicuratevi che siano facili da aprire e chiudere, ma che il bambino non possa scioglierle da solo

La guida durante la passeggiata, bisogna fare particolare attenzione: lemamme spesso attraversano la strada disinvolte facendosi precedere dalla carozzina o dal passeggino; questi mezzi non proteggono il bambino nel caso di un piccolo urto, sia pure con una bicicletta. Spingendo la carozzina sul marciapiede evitate di rimanere vicine all’auto in sosta: una portiera aperta all’improvviso potrebbe urtarvi. Evitate infine di sostare su marciapiedi di strade molto trafficate, soprattutto in prossimità dei semafori dove l’inqinamento da gas di scarico è elevato

Come si curano e si riconoscono le convulsioni

sono un fenomeno abbastanza diffuso , dovuto al sistema nervoso ancora immaturo, ma raramente sono il sintomo di una malattia seria.
Quasi sempre è la febbre alta che le scatena: ilcervello reagisce in modo incontrollato all’aumento repentino di temperaturae manda ai muscoli il comando di irrigidirsi e contrarsi. La crisi convulsiva è improvvisa: il piccolo irrigidisce tutto il corpo, perde conoscenza ed è indispensabile agli stimoli esterni, volge gli occhi indietro e ha contrazioni muscolari involontarie che scuotono braccia e gambe, ha bava alla bocca.

Cercate innanzitutto di mantenere la calma: una crisi convulsivaspaventa molto ma, come abbiamo detto, quasi sempre si risolve senza conseguenze gravi. Non precipitatevi a chiamare il pediatra ma state con il bambino finchè la crisi è passata.

Stategli vicinio ma non cercate di bloccare i suoi moviment involontari, potreste fargli male.Se è a letto giratelo su un fianco, tenetelo in questa posizione anche se è caduto sul pavimento perchè così la saliva non gli andrà di traverso. Passata la crisi , misurate la temperatura e se è ancora elevata fategli delle spugnature di acqua tiepida e mettetelo a letto con un pigiamino leggero senza coperte pesanti.

Il medico vi consiglierà di portare il piccolo in ospedale: non spaventatevi è l’unico modo per fare l’elettrocefalogramma e gli esami necessari per escludere eventuali cause più gravi. Per quanto riguarda i trattamenti, i pediatri oggi tendono ad evitare di somministrare farmaci ai bambini che hanno avuto solo episodi isolati di convulsione febbrile. E’ invece consigliabile prevenire le convulsioni con antipireticida somministrare ai primi segni di febbre.

come curare il mal d’auto nei bambini

il mal d’auto è una reazione di difesa dell’apparato vestibolare, che si trova nell’orecchio interno e che controlla l’equilibrio
Accelerazioni o decelerazioni brusche, oscillazioni, sono tutti stimoli sensoriali che vengono percepiti negativamente dai centri dell’equilibrio. Si evidenzia con pallore , sudori freddi, nausea sono i primi sintomi del mal d’auto.

Spesso preludono ad un senso di vertigini e a un malessere diffuso che porta il bambino a vomitare. E’ possibile cercare di prevenire o limitare il mal d’auto mettendo in atto una serie di accorgimenti che hanno lo scopo di attenuare gli stimoli sensoriali che più disturbano.

Arieggiare l’auto: odori sgradevoli ( fumo , deodoranti ) possono aumentare il senso di nausea Distrarre il bambino: gli occhi sono molto sollecitati dal movimento e se la strada non corre dritta ma sale a tornanti questo stimola il senso di vertigine e di nausea. Mantenere il bambino sul seggiolino: questo lo obbliga in una posizione fissa e più stabile

Adottare uno stile di guida dolce e se il viaggio è lungo, fare delle soste brevi e frequenti. Ecco cosa potete evitare: Fate iniziare il viaggioal babino a digiuno non serve scongiurare il vomito.Meglio quindi un creckers o pane e nessun liquido.

Solo il pediatra può consigliare il tipo di farmaco e le dosi più adatte al bambino. Vietati i cerotti a base di scapolamina che sui piccoli hanno effetti collaterali dannosi

come comportarvi se vostro figlio si sveglia per gli incubi

Verso i due anni capita spesso che i bambini faccciano de brutti sogni e che gli mettono tanta paura
Solitamente accade principalmente nella seconda parte della notte , ossia quando si avvicina il mattino: il bambino si lamenta e comincia all’improvviso a piangere. Anche quando oramai si è svegliato sembra che continui a vivere la scena che lo ha spaventato e a fatica si tranquillizza, a volte è talmente tanta la paura che ha che non vuole rimettersi a letto.

Ecco cosa potete fare: cercate di rassicurarlo e restate insieme alui fino a quando non si è addornmentato. cercate in tutti i modi di non farvi vedere spaventate e sussurrandogli con calma e dolcezza ditegli che è stato solamente un brutto sogno e che non deve assolutamente avere paura , in questo modo inizierà a sentirsi sicuramente più confortato e probabilmente si addormenterà senza problemi.
Se vi racconto il sogno che ha fatto cercate in tutti i modi di calmarlo senza ma i assolutamente prenderlo in giro , spiegategli che quello che ha visto non è vero che non è vero e che ciò che ha sognato non esiste. Se si sveglia più volte lasciate un lucina accesa e permettetegli di tenere accanto a se nel letto un oggetto o un giocattolo che lo fa sentire sicuro.

C’è anche spesso un’altro disturbo che vede i bambini nella fase del sonno e si chiama pavor notturno: il bambino si sveglia nelle prime ore del sonno, piange, strilla ha lo sguaro fisso, non riconosce i genitori , quando la crisi passa si rimette a dormire e il mattino seguente non ricorda nulla. Questo fenomeno di cui non bisogna avere paura scompare intorno ai dodici anni. Ciò che non dovete mai fare in questo caso è di svegliare il bambino.

sabato 8 maggio 2010

come si confezionano le scene in teatro

ecco alcune pratiche tatrali per il confezionamento delle scene
come si applica la rete la rete da applicare agli spezzati si trova in commercio nei negozi di articoli per pesca e su ordinazione si può avere della rete di qualunque altezza e larghezza E’ formata da filo di spago intrecciato e annodato a quadretti ( tramatura) con lato 1-2-3 cm e volendo anche maggiore Sono le reti adoperate dai pescatori.
Fondale: scena da giardino, alberi e foglie Ripartito il disegno sulla tela preparata , si passa alla realizazzione pittorica. Terminata il pezzo dipinto e perfettamente asciutta la tela, con le forbici contornando con pazienza il disegno, rami a foglie, si ritaglia tutto il fondale , mettendo da parte tutti i ritagli di tela.

Questo lavoro che richiede molto tempo , viene fatto dalle sarte e dal personale di scenografia. Finito il ritaglio avendo cura di lasciare qualche raccordo non dipinto che viene eliminato girando il fondale dalla parte non dipinta, in modo tale che la pittura risulta rivolta al tavolato.
Bene steso tirata la squadra con i cordini, il fondale viene imbullettato tutto attorno. Si comicia così il lavoro per sistemare la rete nei pezzi ritagliati. La rete deve sempre essere messa a squadra, perchè altrimenti, quando si alza il fondale in scena, tira da una parte o dall’altra creando delle pieghe nella tela e nella rete.
Si disegnano a squadra con il carbone le luci che delimitano il pezzo di rete da distendere. In queste linee si fermano delle bullette alla distanza di 5 cm. Si stende la rete fermandola alle bullette e cercando di mantenere le linee verticali e orizzontali dei fili sempre a squadra in modo da avere tutti i quadrati delle tramature paralleli l’uno all’altro.
Questa sistemazione per avere un fondale senza pieghe o fuori squadra. La carta da incollare sulla rete e sulla tela , può essere di qualunque tipo, la più utile è quella dei periodici ( giornali) Si tagliano a strisce larghe 3 o 4 cm e larghe quanto il foglio di giornale.
Con la colla preparata ( igliore di tutte e quella realizzata con la farina di frumento, si può anche utilizzare la vinavil) poste le strisce su di un asse, con un pennello si preparano una alla volta bagnate di colla e così pure sulla tela del fondale, ossia sui punti dove deve essere incollata la carta, per tenere ferma la rete alla tela.
Striscia per striscia si incollano alla tela , premendo con il palmo della mano e facendo sormontare di qualche centimetro i finali di ogni ritaglio di carta. Finito questo lavoro e asciutte perfettamente le strisce incollate si taglieranno i pezzi di rete inutili.
Si sbulletta il fondale , si rovescia dalla parte della pittura controllando il lavoro fatto e incollando gli eventuali pezzettini in più. La rete va tinta prima della messa in opera , con un colore scelto a seconda delle scene della posizione e delle luci di scena.

come si tinge la rete utilizzata in teatro

vi indico alcune tecniche teatrali che se siete appasionati possono esservi utili
In un grande bidone o un grande recipiente in terra cotta, si scioglie la tinta nell’acqua ( generalmente la rete si tinge con la nigrosina , con il penetro pure le tinture o le aniline sono ottime) La rete distesa viene con pazienza arrotolata come un salame che può essere della misura anche di m. 20 e passata attraverso la tinta del recipiente.

fatta questa operazione e sgrondata della tinta , si distende o all’aperto o nel alone, tenendola il più possibile a squadra , magari fermandola con le bullette.

Per tingerla quando è in opera si distende un vecchio fondale dalla parte alla rovescia e imbullettata la rete si da la tinta con la pompa , distendendola con la pennellessa intinta della tinta del vaso. Se però volete essere più sicuri della tinta che volete ottenere potete farla tingere in tintoria.

come si realizzano le scene dipinte su carta

sono poco adoperate, ma per ragioni economiche i piccoli teatri di provincia, teatri parrocchiali, si servono di queste scene
La carta da scena si trova in commercio nelle cartolerie e depositi di carta: per avere un sensibile risparmio è bene comperarla direttamente , nei magazzimìni delle cartiere all’ingroso. Sono rotoli di m. 50 alti 1.50 e 1.80 . La carta ha un colore giallino lucido da un lato, opaco dall’altro ( pergamino) più è leggerea e più “canta” scuotendola ( rumore di carta schiacciata fra le mani) più è di buona qualità.

Evitate la carta opaca , perchè si rompe facilmente, assorbe i colori rendendo le tinte poco brillanti. Si dipinge sempre sulla parte lucida. Secondo le dimensioni del fondale, principale, teletta ecc. vengono tagliati i pezzi che sono poi incollati assieme sovrapponendoli di cm 5 ( colla di farina di frumento) e pressandone bene l’incollatura con le mani.

Distesi a perra per esempio 5 pezzi di carta alti 1.80 lunghi m 10 . Posti uno vicino all’altro, con un bordo di 5 cm , per poter passare la colla, si fermano con una bulletta o meglio con un peso alle due estremità e si passi la colla ai bordi. Poi velocemente perchè la colla non asciughi, due aiuti pigliano il primo foglio e lo portano vicino ad un muro laterale della sala.
Preso il foglio n. 2 lo rovesciano , portando l’orlo incollato contro l’altro premendo con le mani , li incollano assieme, poi incollano il n. 3 e così di seguito. Questo lavoro per far presto e perchè tutto venga bene ha bisogno di una lunga pratica, per sapere tenere tutti i teli sulla linea parallela dei 5 cm.

le prime volte è bene segnare con il carbone una linea di 5 cm avendo così la sicurezza di incollare tutti i fogli perfettamente giusti. Quando lo scenografo e invece solo a lavorare , deve adottare questo sistema: Posti a terra i pezzi di carta nella posizione esatta sovrapponendoli di 5 cm si fermano con le bullette.
Segnata con il carbone la traccia , si girano i bordi all’altezza di 5 cm. Cominciando dal foglio n.2 si dà la colla al bordo, poi con le mani si pressa contro il foglio n. 1 incollandolo e si ripete l’operazione per gli altri fogli. terminato di incollare tutti i lati, si levano i pesi e presa per lato la carta si scuote dolcemente in modo che si alzi da terra, cambiando posizione anche di pochi cm per evitare che se fosse al di sotto un pò di colla , la carta non rimanga attaccata al tavolato.
Terminato questo lavoro la carta è pronta per essere dipinta. Si incolla il bordo della carta inumidita sul tavolato , poi si taglia e si rinforza con tela. Si disegna sulla carta il profilo , le porte, finestre, ecc… si ritagliano e rigirata la carta si fortezzano dipingendo quando la fortezzatura è asciutta

come si puliscono le scene teatrali

una scena dipinta in tela o carta se tenuta con cura può servire per anni

Pulizia dalla polvere: i pezzi montati sulle armature e quelli ripiegati , col tempo si coprono di un velo di polvere che attacca specialmente sopra la tela, resistendo anche alla ramazza. Un sistema buono che non danneggia il dipinto e fa rivivere le tinte consiste nel passare della segatura umida ( bagnata con acqua e con una scopa di paglia , fregare fortemente su tutta la superficie dipinta, facendo attenzione che non si muovano le tinte.

Pulite bene la scena dalla segatura, per ridare rigore alle tinte specialmente aitoni scuri, spruzzate una tempera leggera ( colla di guantoo) a mezzo della pompa. Se i pezzi sono disarmati o di soffitta prima di spruzzarli imbullettarli al tavolato, questa umidità fa sparire anche le vecchie pieghe.

Acqua morta: le macchie di acqua morta , sono sempre causate da motivi estranei al lavoro di scenografia. O le scene in magazzino , hanno subito infiltrazioni d’acqua ( tetto rotto, temporale, finestre aperte, ecc.) o viaggiando. nelle soste è filtrata l’acqua attraverso i teloni o i tetti dei vagoni; pure e frequente questo malanno , per le scene adoperate nei spettacoli all’aperto.

Per queste macchie non esistono rimedi efficaci, qualunque ritocco lascia rifiorire la macchia; se la macchia è piccola si può passare una soluzione di olio di lino cotto allungato con acquaragia e quando è ben asciutto ritoccare i colori a tempera o con i pastelli.

Pieghe: i fondali principali, telette e tutti i pezzi che non sono armati, sono ripiegatifino a raggiungere una dimensione di m 1x 2 o 2 x 2 per non occupare troppo posto in magazzino e per poter essere rinchiusi nei cassoni per viaggiare. dato che le pieghe ritornano semprenella medesima posizione , col tempo esse segnano fortemente , e rimane come un solco senza colore.

Ritoccare queste pieghe con la speranza di farle sparire , diviene un lavoro difficile. E’ già difficile rifare uguale una tinta e pure ritoccancdo con la stessa si nota una leggera differenza di gradazione. Si può pensare alla difficoltà di riprendere sulle pieghe il colore di tinte già vecchie, variate dal tempo e dalla polvere, In più la iega ha distrutto anche la preparazione della tela ( manitura ) lasciando un solco sporco, nel quale la tinta filtra attraverso la trama.

Il sistema nigliore è quello di prendere una stagna piena di acqua calda, una pennellessa o altri pennelli adatti per questo lavoro, dare una spruzzata nella zona della piega per un metro di altezza. La tinta è bagnata si ammorbidisce, sfregando leggermenta con la pennellessa , si cerca di muovere il colore in modo da tappare il solco.
Se la piega ( solco ) non ha più colore bisogna con una tinta densa che assomiglia a quella già dipinta di ricoprire con un pennellino l’interno. Quando è asciutto , bagnare con la pompa e con la pennellessa cercare di fondere tutto . per i cieli e in genere per le zone chiare il restauro riesce più difficile , più facile è per le zone con molti colori, monti, alberi, frasche, architetture, stoffe, ecc. i diversi toni di colore. E’ un lavoro di responsabilità e alle volte bisogna rifare tutto il pezzo.

venerdì 7 maggio 2010

come si piega una scena

Le scene ,fondali, telette ecc. quando escono dalla scena devono essere piegate
le pieghe devono arrivare ad un’altezza massima fino ad una misura massima di 2 x 2 per essere poste nei cassoni, se devono viaggiare. la piegatura ha delle regole che è bene rispettare, perchè al suo arrivo in palcoscenico deve trovarsi nella posizione migliore per essere spiegata.

Tutti i pezzi, fondali spezzati ecc. si piegano partendo sempre dal piede. Sia un fondale di m 20 x 20 . Il personale si dispone a distanze uguali partendo dai due angoli estremi e raddoppia il fondale.

Fatta uscire l’aria per evitare i rigonfiamenti aiutandosi con una riga si ripete poi l’operazione partendo dal piede quante volte è necessario per avere il fondale nella sua lunghezza di m. 20 per una lunghezza di m. 2 .
A questo punto si raddoppia ( m 10 ) e si ripete l’operazione fino ad arrivare a una misura di m 2 x 2 . Questo mtodo vale per qualunque pezzo : se la piegatura di un fondale diventa sempre più faticosa mano a mano che aumentano i raddoppi .
Per facilitare l’operazione , un rullo infilato fra la tela elimina in parte le pieghe e la fatica. Per i principali con rete, le sporgenze bisogna piegarle all’interno fino ad arrivare ad una linea retta

come si esegue la pittura su velo

tecnica per dipingere sul velo
Si distende e si imbulletta una tela bianca un pò più vasta delle misure del velo . Il disegno viene eseguito in detta tela ( dato ch sopra al velo si segna con difficoltà) a mezzo della quadrettatura dal bozzetto e si passa con anilina il disegno a carbone.

Si distende sopra al fondale di tela il velo e si imbulletta, mettendolo bene a squadra. Per dipingere , si adoperano i colori a tempera che servono per le scene, solamente si ha cura di sfregare il pennello sul velo in modo che rimanga poca tinta e i fori a nido di vespa, rimangono liberi dal colore.

Mentre si lavora è buona regola con una punta ricurva infilare il velo dove si ha dipinto e alzarlo per evitare si attacchi alla tela sottostante. Le tinte che oltre al velo , dipingono la tela sottostante, danno un effetto forte e colorito e pari al bozzetto , bisogna diffidare, perchè quando il velo senza fodera di tela, si trova al suo posto risulta sempre più debole e slavato.

Specialmente sono poco appariscenti i bianchi e i neri. per essere sicuri di essere fedeli al bozzetto bisogna imbullettata un nuova tela bianca , rimbullettare il velo dipinto , controllando e rinforzando le tinte , ove ne sia bisogno.

Importante per la trasparenza , che il velo mantenga aperti i buchi di vespa , altrimenti quando è illuminato dal dietro si vedono le macchie di colore che oltre a far vedere il trucco , disturbano l’occhio dello spettatore.
Terminato di dipingere viene sbullettato da un lato facendo vela si cerca di staccare dalla tela aiutandosi con la punta ricurva per evitare che rimanga attaccata . La tela dipinta può essere usata anche da fodera.
Utilizzando il polietilene : che è una pellicola trasparente ( un derivato delle materie plastiche) che può servire per simulare i vetri delle finestre e per realizzare i panorami di piccola dimensioni. Non accetta nessuna colla.
Utile nella pittura su velo e nelle sovrapposizioni di tela e tulle ( nido di vespa) , come fodera da appoggiare a salvaguardia del pavimento in legno della sala di scenografia, perchè permettedi incollare (vinavil e colla di pasta ) senza che il velo vi si attacchi minimamente. Si trova in commercio fino a 10 m di altezza.

come si dipingono e si confezionano i veli di scena

I veli di scena delle dimensioni volute secondo l’apertura del boccascena ol del principale a cui sono posti dietro vengono fornite tutte in un pezzo da ditte specializzate senza bisogno di cuciture.
Cnfezione. il velo delle dmensioni richieste, viene steso sul tavolato e imbullettato dalla parte alta ( cimosa). Viene poi portato a squadra e imbullettato con lo stesso sistema dei fondali di tela, per segnarne la squadratura perfetta dei quattro lati, che verranno tagliati.

Sbullettato , le sarte lo confezionano. Alla parte alta viene cucita la sacca di tela ( cm 15) con doppia cucitura dove va infilato lo stangone. i laterali sono orlati con il rinforzo di uno spago forzino , o con una doppia striscia di tela, necessaria perchè la trama del velo a buco di vespa non si strappi.

Al piede una guaina di tela con dentro i piombi ( un piombo, uno spazio, un piombo uno spazio e così di seguito) fermata al velo con doppia cucitura . Il velo è a nido di vespa ( tulle shirting . E’ alto fino a 12 metri. Come si confezionano e dipingono i veli applicati alle scene: questi veli servono quasi sempre per maschrare una scena posta al di dietro verso il fondo del palcoscenico e per le apparizioni di case, paesaggi ecc.
Sia una grotta con principale, fondale di velo su cui è dipinto il rimanente della grotta e fondale di tela con dipinto un paesaggio con un castello . ai piedi del principale su un ciaciglio un attore che dorme ed ha la visione di un castello incntato con il suo arrivo ( controfigurA) scudiero.

A mezzo del pezzo intermedio ( velo dpinto a roccia ) e delle luci si ottiene la visione.In un dato mmento si spengono le luci in dissolvenza poste lateralmente al principale e si accendono in dissolvenza solo quele poste dietro il fondale velo, illuminando il fondale castello. la scena dipinta a roccia sul velo sparisce e il pubblico vede il fondale con il castello. Il velo può essere più o meno vasto, cucito al fondale dal quale è stata tolta la corrispondente allo spazio del velo.

Per dipingere il velo si pone in terra un fondale di tela pulita e sopra si imbulletta il velo i colori debbono essere trasparenti per non chiudere i buchi a nido di vespa.
I veli a boccascena per creare un’atmosfera di nebbia e mistero: I veli completi delle dimensioni de boccascena o delle squadrettature dei principali , senza pittura , solamente tinti o in grigio o a tinte fredde, si adoperano per creare la csì detta atmosfera di scena ( servono per allontanare ed ammorbidire i contorni degli oggetti per dare una sensazione di mistero alla scena per creare la nebbia e per aiutare nelle scene di neve quel senso di reddo e umido dal cielo grigio.

come realizzare i trasparenti nelle scene

Su qualunque pezzo, fondale, principale , spezzato che abbia delle zone trasparenti ( vetrate, finestre, ecc)

Si procede nel seguente modo: se la scena non richiede trasparenti molto luminosi, imbullettata la tela ghinea e disegnata la si dipinge, rispettando le zone trasparenti. Finita la pittura e asciugato il pezzo, si sbulletta. Capovlto si rimbulletta a squadra sul tavolato. Attorno al traverso la tela , si dà di nero a tempera.

Se la scena richiede trasparenti molto luminosi, posto a terra il pezzo imbullettato e disegnato, bisogna tagliare la tela di ghinea dalle zone trasparenti, per sostituirla con la tela leggera ( pelle di uovo, mussola, bissone, canovaccio, velo) cucita dalle sarte. Passando con pazienza la tela attraverso le zone trasparenti.

Se i trasparenti sono complicati ( ornati, balaustre) si leva il pezzo imbullettato alla rovescia, si sostituisce la tela, tagliata con quella leggera o con il velo, per poi rimbullettarla e dipingerla. Prima di togliere la tela dai trasparenti a dieci centimetri dal segno esterno, si imbullettatutto atorno al disegno, in modo che i pezzi liberi d’ornato non si spostino.

I pezzi dove vanno disegnati i trasparenti si segnano fortemente con lacca verzin ( anilina) in modo che risultino visibili anche al rovescio della tela disegnata. Quando si da di nero a tempera sulla parte rovescia della pittura , bisogna che il pezzo sia bene imbullettato a squadra, perchè se non è armato i difetti ( pieghe ) non vanno via.

I trasparenti vengono dipinti con aniline allungate con acqua, per renderli più luminosi, Si può passare una mano di acquaragio o vernice ( in parti uguali) Applicazioni di tele trasparenti: confezione di tela trasparente, pelle di uovo o altro tessuto su forme ornamentali.

Fondalino con finestrone e ornati isolati. Fermata la tela in terra , disegnato il motivo con anilina in modo che sia visibile al rovescio. Si gira la tela imbullettandola nuovamente. Se il soggetto ha molti particolari, conviene disegnarlo direttamente dalla parte rovescia.

Si fermano a terra i particolari del disegno che risultano staccati a mezzo di bullette e pure i contorni esterni del trasparente( pelle d’uovo, velo ecc.) e si distende sopra tutto il pezzo ritagliato, se di grandi proporzioni a pezzi , avendo cura che sopraminti si trovino nelle parti meno visibili..

Tesa bene a squadra si pò o incollarla alla ghinea posta sotto a cucirla a bordo esterno degli ornati . Finito questo lavoro, si pone il pezzo dalla parte diritta e imbullettato , si dipinge. Per gli spezzati di carta è buono il medesimo sistema.

Se invece si vuole ritagliare l’ornato, dopo aver fermato il trasparente , disegnato il motivo ad anilina, si rovescia, incollando il trasparente ai bracci esterni. Asciutto si rigira e si calca il motivo ornamentale sul trasparente. quindi ritagliati i singoli ornatisi incollano .

Lavoro, lungo, difficile, noioso…. Finito il lavoro , alle parti opache ( ghinea) si dà una mano di colore nero a tempera, per maggior sicurezza di reutilizzare la luce dei riflettori.

come si realizzano i fondali nelle scene teatrali

tecniche scenografiche per la creazione di fondali
Fondali con cieli luminosi: sia un fondale dipinto, la parte bassa apianure e monti, la parte alta a cielo molto luminoso illuminato da fondo del palcoscenico, cioè dietro il fondale. La parte bassa viene dipinta a tempera.

La parte alta dovendo risultare trasparente viene dipinta a velature con colori puri, senza bianco, o con aniline. Per otenere la massima luminosità nella parte illuminata dal sole sulle nubi , si tagliano i pezzi di ghinea sostituendoli con pelle d’uovo . più leggera e perciò più trasparente .
Per la preparazione e la pittura vale il solito metodo, manitura normale alla parte aa tempera, molto più leggera nella parte da illuminare. Finito il lavoro si sbulletta e rimbulletta il fondale dalla parte alla rovescia e con una pennellessa si dà la tinta nera alla zona dipinta a tempera.

Fondali per laghi o mare: Si segue il metodo del fondale. Disegnato sulla tela il mare in burrasca, si ritagliano la cresta delle onde e la schiuma, ricoprendo i vuoti con pelle d’uovo o altra tela leggera. Si dipinge con tinte trasparenti aiutandosi con le aniline.

Se vi sono dipinti pezzi plastici ( rocce , scogli, rive di terreno ) si rovescia e si dà di nero alle zone che devono rimanere opache. Fondali per le cascate trasparenti: Dato che si fanno vedere fra le rocce è facile ottenere la luminosità dando di nero alla rovescia a tutte le zone che non rappresentano acqua.

La tela viene dipinta ad acqua , può essere anche tutto rimesso con la pelle d’uovo. Nei punti più luminosi e schizzi d’acqua, si può dare qualche pennellata di acquaragia e vernice. Ci si può aiutare con della brillantina incollata alla tela. Posto in scena lo spezzato, l’illusione dell’acqua in movimento, si ottiene con la rotativa, mossa a mano o a mezzo di un motorino.

Pittura su fondali di stoffa: seta , raso, velluto, satin ecc.questi tipi di tessuto vengono colorati nel seguente modo Il tessuto di colore bianco, giallo, celestino, ecc. Per la decorazione si dipinge con venature ad aniline , che mantngono alla stoffa morbidezza. Se si vuole recuperare il tessuto, bisogna dipingerlo a tempera, escludendo le aniline e i colori con vernici.

Per il tessuto a fondo scuro, nero, bleu, marrone, verde si usa la tempera con i colori a corpo. Per avere colori brillanti in commercio esistono tinte lavabili, preparate a tempera, cellulosa, spirito, ecc.

Quando il tessuto imbullettato a terra e dipinto , per le crepe , ossia le piccole pieghe marginali( zazzature) createsi attorno ai motivi decorati, con una pompa piena di acqua pulita, e leggermente rinforzata con un pò di tempera, spruzza tutta la superficie del tessuto. Non sbullettare il pezzo se non perfettamente asciutto.

Adoperando i colori fosforescenti o a luce nera, nei tessuti di colore oscuro, per ottenere rendimento, prima segnare la decorazione in bianco. Ricordatevi che per eventuali erori potete adoperare la spugna. Le spugne naturali, si trovano in commercio nei negozi di colori e le più buone nelle farmacie.

E’ indispensabile in scenografia una buona spugna, per la pulizia della tavolozza, per lavare eventuali zone di pittura da rifare , levare macchie, ecc.. Serve pure per dipengere, per ottenere bugnati colori sovrapposti, sfumature fra toni diversi, invecchiature , tinte unite, con sgolature, ecc.

Nei pezzi plastici dipinti, finiti a spugna, si ottengono effetti bellissimi, impossibili con i pennelli. Per invecchiare gli oggetti, tuffandola in diversi colori sfregandola sulla superficie.

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