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mercoledì 12 maggio 2010

Con il sito www.muchoestilo.com Molti stili, immagini di Hi5, MySpace, hi5 Decora il tuo Hi5

Non può mai mancare una buona pagina stili, sfondi, recensioni e immagini per Hi5 e altri social network. La buona notizia è che ci sono molti, e uno di loro è Muchoestilo.com che ci accoglie con quattro sezioni principali: i modelli di Hi5, MySpace modelli, forum e grafica. Che sì, è a nostra disposizione la casella di login, quindi vediamo cosa c'è dietro questo.
Controllando il "Enter" darà due cose molto utili: una barra di navigazione superiore per un accesso più contenuto, e un elenco di categorie di modello.
Come si entra nella sezione bar , ci sono modelli anche cursori, icone avatar o glitter e generatori. E tra le categorie di modelli che troveremo arte, amore, moda, videogiochi, tra gli altri.
URL del sito: http://www.muchoestilo.com/

domenica 5 luglio 2009

Maurizio Cattelan

Studia da autodidatta e inizia la sua carriera realizzando Oggetti non funzionanti, ispirati all'arte concettuale e al dadaismo.Nel 1986 esegue la prima delle molte parodie, imitando i concetti spaziali di Lucio Fontana con delle tele tagliate in modo da formare la Z di zorro.


Nel 1991 alla galleria d'arte moderna di bologna presenta Stadium, un lunghissimo tavolo da calcetto.Negli anni seguenti è autore di opere, installazioni e performance paradossali, ironiche, irriverenti e provocatorie.Senza titolo 2004, tecnica mista, dimensioni reali Milano, Fondazione Nicola Trussardi.Questa è l'ennesima provocazione di Cattelan, erede di Duchamp e di Piero Manzoni.
L'elenco è lunghissimo e sono sufficienti un paio di esempi: nel 1995 costringe il gallerista Emmanuel Parrotin a travestirsi da Errotin, le vrai lapin, un pupazzo a metà strada tra coniglio e un fallo;alcuni anni dopo appende letteralmente al muro, con grandi strisce di nastro adesivo, il gallerista Massimo De Carlo.
Qui grazie all'appoggio della fondazione trussardi e al patrocinio del Comune di Milano, "impicca" tre manichini di cera ad un albero di piazza XXIV Maggio a Milano scatenando feroci e accanite polemiche.L'artista non dà alcuna spiegazione sull'identità dei tre fanciulli, ne sui motivi che hanno portato alla loro morte, ne sul significato dell'opera stessa e questo aumenta ancor più la confusione e il disagio dei commentatori.A questo si aggiunge il gesto ( che potremmo definire dadaista) compiuto da Franco De Benedetto, un passante che sale sull'albero per tagliare le corde, ma cade al suolo, ferendosi in modo serio.

Sandro Chia

Studia a Firenze all?istituto d'Arte e all'Accademia , dove si diploma nel 1969. Dopo un viaggio in India , Turchia e in Europa si stabilisce a Roma.Dal settembre 1980 all'agosto 1981 lavora a Monchebglodbach, grazie ad una borsa di studio.A partire dal 1981 trascorre molti mesi dell'anno a New York.



All'inizio della sua carriera esegue installazioni e performance ispirate all'arte concettuale, poi elabora una pittura figurativa ricca di riferimenti simbolici ed è tra i protagonisti della transavanguardiaGli addii2000, olio su telacollezione privataNella sua vasta produzione pittorica Sandro Chia rielabora in maniera originale e personale le esperienze dei Fauve e dei simbolisti.Dai primi egli impara a usare le linee semplici, così da dare spazio ai colori intensi e brillanti, dai forti contrasti di tono che danno dinamismo e vivacità all'intera composizione.Ai secondi si avvicina per la capacità di creare un racconto servendosi di pochi elementi, che spingono lo spettatore a integrare con la propria fantasia quello che non vede per completare le vicende rappresentata.Inoltre egli attira la sua attenzione e lo stimola in modo che non si limiti a un giudizio sommario e superficiale sugli oggetti o i personaggi raffigurati, ma si interroghi sul ruolo e sui messaggi che ha voluto assegnare loro.Come scrive Achille Bonito Oliva " il corto circuito tra difficoltà compositive e facilità realizzativa permette a Chia di produrre immagini capaci di sedurre l'immaginario collettivo di una società di massa che altrimenti sentirebbelontana l'immagine artistica."

Tony Cragg

Studia scienze e nel 1968 lavora come tecnico di laboratorio alla national Rubber Producer Research AssociationIn seguito frequenta il Gloucester College of Art ande Design a Chellenham, la school of Art di Eimbledon dal 1969 al 1973 e dal 1973 il Royal Collage a Londra.

A partire dagli anni '80 le sue creazioni sono presenti nelle maggiori manifestazioni internazionali: nel 1988 vince il Turner Prize, nel 1994 è membro della Royal Academy di LOndra e nel 2001ottiene il premio ShakespeareTavolozza plastica I1985, plastica, collezione privataIn quest'opera l'artista ci mostra gli elementi che compongono la sua tavolozza: fin dai suoi esordi, infatti egli usa materiali industriali usati, soprattutto in plastica, oggetti o frammenti di oggetti di uso comune, prodotti in serie in gran quantità, usati e poi gettati.All'inizio degli anni settanta assembla i rifiuti che trova in riva al mare; tra il 178 e il 1985 organizza al suolo o sulle pareti delle grandi composizioni in cui i singoli elementi sono accostati in base alla forma, al colore ( come in questo caso) o alla loro natura.Questi frammenti sono disposti in modo tale da rappresentare un oggetto legato in qualche modo ai materiali utilizzati, tanto da creare quello che il critico Didier Semin chiama un " eccesso arcicambolesco" in ogni caso il suo scopo è quello di spingerci a riflettere sui rapporti tra l'uomo moderno e gli oggetti che usa nella sua vita quotidiana. Dopo il 1988 Cragg realizza installazioni di ampio respiro, utilizzando anche materiali nobili, quali il bronzo, il legno o il gesso, e tecniche più tradizionali.

domenica 21 giugno 2009

Arte CONTEMPORANEA -LAND ART, EARTH ART

Nell'ambito statunitense, gli assunti antiformali e processuali trovano riscontro nelle ricerche designate come land art e earth art sviluppata tra il 1967 e i primi anni '70 da De Maria , Oppenheim e Robert Smitshon, questi artisti estendono il proprio campo operativo oltre i limiti dello spazio espositivo intervenendo nello spazio naturale con azioni di incisione, sottrazione e dislocazione.Gli interventi di De Maria , Oppenheim e Robert Smitshon operano sul territorio con un approccio più concettuale e cartografico ( la documentazione dei loro lavori privilegia il punto di vista a volo d'uccello).
De Maria segna il terreno con tracciati rettilinei in distanze incommensurabili. Es. tracce con polvere di gesso , due linee parallele lunghe un miglio .Smithson realizza per lo più interventi nei luoghi abbandonati che recano tracce di sfruttamento industriale: il più noto tra i lavori esterni è il grande molo a forma di spirale , costruito con terra e fango, acqua e cristalli di sale su una riva del Great Salt Lake nello Utah.In parallelo agli interventi su scala territoriale , alcuni esponenti della land art sviluppano progetti per spazi interni, intimamente legati all'esperienza del paesaggio esterno.Questi lavori prevedono la dislocazione di materiali grezzi ( terra pietre) in uno spazio espositivo e
funzionano in base alla dialettica fra interno ed esterno.

De Maria riempie le tre stanze della galleria di Monaco fino a 75 cm con 50 metri cubi di terra.I lavori in spazi interni di smithson occupano un ruolo di particolare rilievo in questo contesto no solo perchè numericamente predominanti ma soprattutto in quanto la dialettica fra due dimensioni inconciliabili.Il filo conduttore dei suoi lavori è il non luogo e il luogo sottende molteplici rapporti tra le rispettive dimensioni contrapposte: artificiale e naturale, confinato e incommensurabile. In alcuni casi sono mucchi di terra e ghiaia che fungono da supporto a lastre specchianti , precedentemente dislocate in punti del sito di prelievo della terra( gli specchi nello spazio interno non rispecchiano nulla o un'immagine fissa , mentre all'esterno riflettono fugaci frammenti di cielo, luce colore,paesaggio
BibliografiaArte CONTEMPORANEA -LAND ART, EARTH ART di FRANCESCO POLI electa 2004 , 384 Pagina 88-435-8178-3

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