Lettori fissi

mercoledì 8 luglio 2009

Balthus

Balthazar Klossowski de Rola, conosciuto come Balthus, pittore francese.
Ha cominciato a dipingere all'età di 16 anni . Fu particolarmente influenzato da Rilke - che scrisse una recensione per una sua mostra- e Bonnard. Possiamo dire che il suo stile è stato ben delineato sin dall'inizio: Balthus è sempre stato un artista figurativo convinto ed opposto a tutte le forme di astrazione, il suo dipingere è incisivo e di grande precisione.
Realizza quadri con toni smorzati, basati principalmente sull'osservazione e sull'interiorizzazione rigorosa delle cose e della gente.
Nel 1933, fu particolarmente influenzato dal surrealismo: infatti tutte le figure sembrano essere separate le une dalle altre e lo spazio è surreale. Nello stesso periodo si avvicina alla poetica di Artaud e di Giacometti, Balthus si rifiuta comunque di intraprendere un 'arte astratta e nel periodo pre bellico si avvicina al realismo e a Courbet (la montagna, 1937).
Dopo il 1945, la sua pittura è diventato più ricca, mentre il suo tema è cambiato.
Entra anche il nudo nei suoi quadri: ritrae infatti , ragazze adolescenti ritrandole mentre dormono o in momenti riservati ambigui - a metà strada fra innocenza e perversità.
In tutte le sue opere è ben evidente come Balthus ha mantenuto ugualmente l'amore per la sua arte , ammirando Piero della Francesca e la pittura orientale, attraverso i quali è riuscito a capire che non è importante ciò che viene rappresentato realisticamente , ma l' "identificazione" .
Nelle sue tele di canapa, il tempo è congelato, la vita è calma, i gesti sono sospesi ritratti prima ancora che possano dichiarare il loro scopo: la scena è là, può essere scoperta da chiunque voglia trovare il mistero .

domenica 5 luglio 2009

Maurizio Cattelan

Studia da autodidatta e inizia la sua carriera realizzando Oggetti non funzionanti, ispirati all'arte concettuale e al dadaismo.Nel 1986 esegue la prima delle molte parodie, imitando i concetti spaziali di Lucio Fontana con delle tele tagliate in modo da formare la Z di zorro.


Nel 1991 alla galleria d'arte moderna di bologna presenta Stadium, un lunghissimo tavolo da calcetto.Negli anni seguenti è autore di opere, installazioni e performance paradossali, ironiche, irriverenti e provocatorie.Senza titolo 2004, tecnica mista, dimensioni reali Milano, Fondazione Nicola Trussardi.Questa è l'ennesima provocazione di Cattelan, erede di Duchamp e di Piero Manzoni.
L'elenco è lunghissimo e sono sufficienti un paio di esempi: nel 1995 costringe il gallerista Emmanuel Parrotin a travestirsi da Errotin, le vrai lapin, un pupazzo a metà strada tra coniglio e un fallo;alcuni anni dopo appende letteralmente al muro, con grandi strisce di nastro adesivo, il gallerista Massimo De Carlo.
Qui grazie all'appoggio della fondazione trussardi e al patrocinio del Comune di Milano, "impicca" tre manichini di cera ad un albero di piazza XXIV Maggio a Milano scatenando feroci e accanite polemiche.L'artista non dà alcuna spiegazione sull'identità dei tre fanciulli, ne sui motivi che hanno portato alla loro morte, ne sul significato dell'opera stessa e questo aumenta ancor più la confusione e il disagio dei commentatori.A questo si aggiunge il gesto ( che potremmo definire dadaista) compiuto da Franco De Benedetto, un passante che sale sull'albero per tagliare le corde, ma cade al suolo, ferendosi in modo serio.

Yves Tanguy

Inizia a dipingere a soli ventitrè anni, semplicemente da autodidatta , inizialmente fu impressionato dalle oper metafisiche di de chirico.Successivamente nel 1925 conosce breton e si unisce al gruppo dei surrealisti , di cui diventa in breve tempo uno tra i maggiori esponenti più coerenti.

Il suo stile è già definito con la sua prima mostra nel 1927 ,alla galleria Surrealiste di Parigi, dove presenta le atmosfere oniriche dei suoi paesaggi popolati da strane e inquietanti forme.Nel dicembre del 1925 tnguy conosce Breton e aderisce al surrealismo, di cui diventa uno degli interpreti principali.Nell'introduzione al catalogo della mostra Breton commenta e approfondisce i significati occulti dell'universo mentale dell'artista.Le sue composizioni sono ambientate in un paesaggio desertico e desolato, quasi fosse un'altro pianeta.Nell'opera:La geometria dei sogni il titolo esprime chiaramente i riferimenti all'inconscio e ai sogni.I suoi paesaggi , lunari e sottomarini, sono popolati da strane figure biomorfiche e inquietanti.La loro natura e il loro significato sono oscuri e richiamno alla mente le sculture astratte di Arp o le figure deformi di Dalì.I colori hanno delle sfunmature particolari cose gli oggetti fossero visti attraverso dei filtri speciali e questa scelta cromatica accentua l'effetto dell'intera composizione.Tangui applica del surrealismo il concetto dell'automatismo, ( ossia processi dovuti ad azioni involontari che sfuggono al controllo della mente)Per i surrealisti l'automatismo esprime la vera forza creatrice che è dentro di noi e permette all'artista di esprimere la vera natura, liberata da vincoli, per loro mortificanti, della ragione.

Sandro Chia

Studia a Firenze all?istituto d'Arte e all'Accademia , dove si diploma nel 1969. Dopo un viaggio in India , Turchia e in Europa si stabilisce a Roma.Dal settembre 1980 all'agosto 1981 lavora a Monchebglodbach, grazie ad una borsa di studio.A partire dal 1981 trascorre molti mesi dell'anno a New York.



All'inizio della sua carriera esegue installazioni e performance ispirate all'arte concettuale, poi elabora una pittura figurativa ricca di riferimenti simbolici ed è tra i protagonisti della transavanguardiaGli addii2000, olio su telacollezione privataNella sua vasta produzione pittorica Sandro Chia rielabora in maniera originale e personale le esperienze dei Fauve e dei simbolisti.Dai primi egli impara a usare le linee semplici, così da dare spazio ai colori intensi e brillanti, dai forti contrasti di tono che danno dinamismo e vivacità all'intera composizione.Ai secondi si avvicina per la capacità di creare un racconto servendosi di pochi elementi, che spingono lo spettatore a integrare con la propria fantasia quello che non vede per completare le vicende rappresentata.Inoltre egli attira la sua attenzione e lo stimola in modo che non si limiti a un giudizio sommario e superficiale sugli oggetti o i personaggi raffigurati, ma si interroghi sul ruolo e sui messaggi che ha voluto assegnare loro.Come scrive Achille Bonito Oliva " il corto circuito tra difficoltà compositive e facilità realizzativa permette a Chia di produrre immagini capaci di sedurre l'immaginario collettivo di una società di massa che altrimenti sentirebbelontana l'immagine artistica."

Francesco Clemente

Francesco Clemente studia architettura all'università di Roma dove frequenta molti artisti tra cui Alighiero boetti , Joseph Beuys e Cy Twombly; tiene la sua prima mostra personale nel 1971 alla galleria Giulia a Roma; negli anni ottanta lavora a stretto contatto con Andy Warhol e jean- Michel Basquiat a new York.



Dopo un esordio influenzato dall'arte concettualee, aderisca alla transavamguardia. Nelle sue prime opere sperimenta varie tecniche: oltre agli acquerelli e agli oli, esegue affreschi, sculture mosaici, miniature e fotografie. Vive e lavora a Roma New York MadrasIcaro1990 circa Acquerello su carta di cotonecollezione privataMolte delle opere di Clemente hanno un valore autobiografico e introspettivo: spesso le sue composizioni sono caratterizzate dalla presenza di autoritratti o figure simboliche, per mezzo delle quali egli si interoga sulla propria identità, sul proprio ruolo all'interno della siocietà , sulla vita e sul significato dei suoi rapporti umani.In quest'acquerello la figura di Icaro rappresenta il desiderio di spezzare i vincoli alla vita materiale e di elevarci spiritualmente alla ricerca di una realtà suporiore.Clemente trascorre molti mesi dell'anno a Roma, a New York e a Madras, dove ha potuto conoscere a fondo la cultura indiana, così diversa dalla mentalità e dalla vita frenetica della metropoli statunitense.lo stile, tipico della pittura della transavanguardia, recupera la tradizione figurativa, ma nello stesso tempo tiene conto delle esperienze dell'astrattismo, che gli permettono di arricchire le sue creazioni per mezzo di atmosfere allusive ed evocatrici, liricamente ispirate.

Tony Cragg

Studia scienze e nel 1968 lavora come tecnico di laboratorio alla national Rubber Producer Research AssociationIn seguito frequenta il Gloucester College of Art ande Design a Chellenham, la school of Art di Eimbledon dal 1969 al 1973 e dal 1973 il Royal Collage a Londra.

A partire dagli anni '80 le sue creazioni sono presenti nelle maggiori manifestazioni internazionali: nel 1988 vince il Turner Prize, nel 1994 è membro della Royal Academy di LOndra e nel 2001ottiene il premio ShakespeareTavolozza plastica I1985, plastica, collezione privataIn quest'opera l'artista ci mostra gli elementi che compongono la sua tavolozza: fin dai suoi esordi, infatti egli usa materiali industriali usati, soprattutto in plastica, oggetti o frammenti di oggetti di uso comune, prodotti in serie in gran quantità, usati e poi gettati.All'inizio degli anni settanta assembla i rifiuti che trova in riva al mare; tra il 178 e il 1985 organizza al suolo o sulle pareti delle grandi composizioni in cui i singoli elementi sono accostati in base alla forma, al colore ( come in questo caso) o alla loro natura.Questi frammenti sono disposti in modo tale da rappresentare un oggetto legato in qualche modo ai materiali utilizzati, tanto da creare quello che il critico Didier Semin chiama un " eccesso arcicambolesco" in ogni caso il suo scopo è quello di spingerci a riflettere sui rapporti tra l'uomo moderno e gli oggetti che usa nella sua vita quotidiana. Dopo il 1988 Cragg realizza installazioni di ampio respiro, utilizzando anche materiali nobili, quali il bronzo, il legno o il gesso, e tecniche più tradizionali.

domenica 21 giugno 2009

Arte CONTEMPORANEA : Stati Uniti Process art, Antiform

Negli Stati Uniti l'arte degli anni '60 è caratterizzata dall'iserimento nelle opere di materiali industriali fino ad allora poco usuali.L'interesse si sposta verso procedimenti ed esiti che vanno al di là dell'univocità e chiarezza, regolarità e stabilità a favore di situazioni aperte , mutevoli, aleatorie. Si ha così una smaterializazzione della scultura e un superamento dell'idea di oggetto in sè concluso.


Alla base c'è una libera manipolazione e sperimentazione della materia e delle sue possibilità di interazione con l'instabilità e notevolezza di fattori contingenti ( ambiente, forza di gravità, luce, deperibilità) .L'idea è che l'opera è episodio di una processualità illimitata.L'attenzione è orientata su materiali che si lasciano sospendere, tagliare, riempire, tirare, strappare: che si afflosciano, si arrotolano, fluttuano, aderiscono, mutano nel tempo.Plastica , tessuti, resine sintetiche, fibra di vetro, caucciù, stimolano una libera manipolazione, che riqualifica l'importanza del gesto della manualità, del processo operativo,banditi tanto dalla Pop Art quanto dalla Minimal Art ( da ricordare le Soft Scupltures 1962 di Oldenburg).Tra gli artisti ricordiamo Richard Serra che focalizza l'attenzione sull'azione processuale e integra il principio d indeterminazione nella manipolazione non organizzata della materia grezza.Robert Morris sulla rivista Artforum formula la posizione teorica antiformale in due testi antiform e Beyond Object . I due scritti vertono su due consetti principali l' indeterminatezza e di campo che prendono spunto da: Pollock e la situazione ampliata dell'esperienza estetica minimalista.Il dripping e l'allover : il colore fatto colare sul piano continuo della tela suggrisce la libera e diretta manipolazione dei materiali nello spazio ambientale- gravitazionale- in modo che il risultato finale ,imprevedibile e svincolato da una fissazione assoluta , sia l'immaagine stessa si dissolve in un campo di materia aperto fino a disperdere la messa a fuoco oltre l'ampiezza del campo visivo.Robert Morris, dal canto suo nel 1968 realizzò lavori con pezzi di feltro ammassatia pavimenti o sospesi a parete in modo da ricaere liberamente, mentre nel 1969 porta all'estreme conseguenze l'approccio antiformale e processuale in una serie di lavori fondati sulla progressiva accumulazione, lungo l'intera durata espositiva, di veri materiali grezzi o di scarto, manipolati nei modi diversi e distrutti l'ultimo giorno della mostra (Continuous Project Altered Daily, 1969)
BibliografiaArte CONTEMPORANEA : Stati Uniti Process art, Antiform di FRANCESCO POLI electa 2004 , 384 Pagina 8843581783

L'informale STATI UNITI EUROPA ITALIA

Roberto Pasini considera l' Informale come avventura, libertà anarchica e nello steso tempo sisma , crollo caduta. " E' individualismo e suicidio"La poetica Informale: nel saggio Il mare dell'oggettività Italo Calvino analizza l'avvento di una situazione culturale non più basata sulla dualità individuo-natura, individuo- storia, ma è caratterizzato dal coincidere di due termini dal conseguente annegamento dell'io in quello che Calvino definisce Il mare dell'oggettività . Il testo calviniano è un documento interessante per chi vuole capire la poetica informale, partendo dal punto di vista di un suo attento avversario. Se la prima metà del '900, dice Calvino ha registrato un'imporsi del soggettivismo, che vede protagonisti Mondrian e Kandinsky e Joyce, la seconda metà ha invece assunto una veste diversa per Calvino è l' OGGETTIVITA' CHE ANNEGA L'IO esso rappresenta l'ALTERITA' nel quale il poeta si getta.



In che cosa si distinguono allora Pollock e Wols, da Mondrian e Kandinsky? nel fatto che la pittura infomale è "identificazione con l'esterno, con la totalità esistenziale indifferenziata dall'io: cosmo, mondo naturale e febbre meccanica della città moderna racchiusi nello stesso segno".L'intervento calviniano ci dà un idea del dibattito culturale di quegli anni, all'interno del quale la pittura informale occupa un posto importante. Lo stesso Calvino, proprio nel '59 ne da un ritratto emblematico nel personaggio di Gurdulù, varipinta figura di lunatico straccione che non distingue fra sè e l'esterno nel rapporto con il mare crede ad esempio di essere lui il mar.Nel Cavaliere inesistente, a Gurdulù ( informale) si contrappone Agilulfo ( razionalità) è l'emblema della razionalità tesa , rigorosa. Agilulfo è portatore dei valori neoetici ( ciò che può essere conosciuto dall'intelletto senza il tramite dei sensi), Gurdulù dei disvalori materiali.La poetica informale tenta di sostituire al razionalismo dell'astrattismo, il senso della materia , tenta di cogliere il senso ultimo e primo della condizione esistenziale.Il nucleo dell'informale è identificabile di attingere la realtà mondana.L'informale è urlo: un insieme ( o un vortice) emozionale di stretta identificazione con la materia.



BibliografiaL'informale STATI UNITI EUROPA ITALIA di ROBERTO PASINI clueb 1997 , 443 Pagina 8880913441

L'informale - I precedenti




I precedentiLa poetica informale si sviluppa negli anni '40 e '50 del nostro secolo in piena autonomia di mezzi e prospettiva, In questo clima culturale si deduce che il rapporto con la storia viene sentito più come un peso di cui liberarsi che come eredità con cui confrontarsi.L'informale è il movimento che ha cercato di tagliare i ponti con il passato, di fare tabula rasa, però con uno spirito diverso rispetto all'ironia corrosiva del Dadaismo, e con una serie di motivazioni diverse rispetto ale prime avanguardie storiche, come il Cubismo.Gli manca la progettualità, il senso prospettico del mutamento e così come tende ad abolire il passato, gli è indifferente il futuro: non intende ricostruiure il mondo, ma solo prendere atto e capirlo.Diventa così veritiera un annotazione di Argan, secondo cui l'Informale "non è un programma di azione, ma la constatazione di uno stato di fatto" è insomma una presa di coscienza che non intende l'azione attraverso la pittura, ma nella pittura.Gli artisti si identificano nel proprio gesto creativo, lasciando sulle opere una sorta di sindone di esso.L'eroe Balzachiano autore del Capolavoro sconosciuto che dà il titolo al celebre racconto, è in un certo senso il precursore della poetica informale di cui prefigura gli esiti, attraverso un'opera che si cancella via via per eccessivo amore, facendosi sempre più materia, fino all'annullamento del soggetto, che vi resta sepolto, e che nelle intenzioni dell'artista doveva invece essere riuscito nella sua splendente perfezione, dotato magicamente di vita. Certo Frenofer è un folle, ed è un eroe romantico,anche se l'ambientazione del racconto è seicentesca, ma il suo suicidio è già una profezia che sono altrettante anticipazioni di un modo di operare che si generalizza con l'informale. Così come di anticipazioni si può parlare a proposito di altre tappe del percorso - artistico che viene dalla fine del settecento: la problematica delle macchie in Alexander Cozens, inventore del blotting, che è l'antenato del dripping, pollockiano( A. Cozens nel 1785 con il blotting. la macchia non è più trovata come per Leonardo ma fatta, non parte dall'oggetto ma dal soggetto. La macchia in questo caso è un fase preliminare che va elevata a dato visivo coerente); la turbinosa esperienza Turneriana, le fasi ultime di Cezanne e di Monet, inconciliabili , ma entrambe destinate a destabilizzare l'apparato formale, a far cadere artista e spettatore in una zona che non è molto lontana da quello che Boccioni, chiamerà il " centro del quadro"; infine le avanguardie dove Kandinsky, i cubisti, i futuristi, i surrealisti, tutti concorrono ad anticipare le stagioni dell'informale.Si deve inoltre fare riferimento ai rapporti fra le arti e gli altri settori culturali,come fra l'arte e il mondo della scienza in cui esprimono l'idea di Avvicinamento (sarà l'invenzione del telefono, del telegrafo,della televisione,treno, automobile,aeroplano a far si che il mondo si rimpicciolisse e si facesse sempre più vicino a portata di mano).

BibliografiaL'informale 2.1 I precedenti di ROBERTO PASINI clueb 1997 , 443 Pagina 8880913441

L'informale - il contesto culturale

La stagione informale prende vita tra la II guerra mondiale e la guerra fredda. Un periodo piuttosto lungo che vede al suo interno una seri di fasi:I momento: fino al '48 in cui la nuova poetica viene introdotta di quà e di là dell'Atlantico, da alcuni pionieri ( Fautier, Dubuffet, Gorky, Pollock, Fontana, Burry )
II momento: Fino al 56 , data della morte di Pollock , in cui la poetica si amplia e si espande.III momento : successivo e finale , che arriva agli inizi del nuovo decennio in cui l'informale , ormai esteso su scala planetaria ,si trasforma in VULGATA, in ACCADEMIA .Anche se nel caso dell'italia si assiste proprio ad un generale ritardosulla tabella di marcia, ma non per questo mancano al nostro paese talenti di primo piano.Si può allora dire che i poli fra cui essa si inserisce, all'incirca, sono l'introduzione del microscopio elettronico nel 1931, e i lanci spaziali, fra il '57 e il '61. Come si vede, già questi due fatti richiamano l'idea di spazio, ora in versione infinitamente ridotta, ora in versione cosmica: lo SPAZIO è infatti il nuovo orizzonte culturale in cui si colloca la poetica informale.Influenzarono anche le scoperte del radar, la bomba atomica,Enrico fermi ottiene la reazione a catena.Sempre in materia spaziale, nel senso di un progressivo rimpicciolimento un'altro evento basilare degli anni dell'Informale è l'invenzione del TRANSISTOR nel 1948. Con la sua introduzione si apre un nuovo capitolo nell'elettronica: il transistore è un semiconduttore solido, fatto di cristalli di silicio , che fa passare corrente attraverso una resistenza e risulta per una serie di importanti motivi, più utile della valvola. ( minore ingombro, economia di alimentazione, assenza di sistemi di raffreddamento )Ad esso risponde, sul versante della spazialità espansa globale, l'invenzione della televisione, che arriva nel 1948 al boom della diffusione negli stati uniti . La televisione rappresenta la conquista della planetarietà, il realizzarsi a livello visivo, dell'idea di simultaneità e indivisibilità degli eventi che furono celebrate dalle avanguardie, in particolare da Marinetti e da Boccioni .



Con la televisione vige la compresenza, spazio e tempo sono aboliti, si arriva al cosidetto TEMPO REALE.Il mezzo televisivo si pone sì come l'alter ego dell'esperienza spaziale informale.Microscopio elettronico, radar, bomba atomica, transisor, televisione e lanci spaziali costituiscono i principali interlocutori omologici della poetica informale, si abbattono gli ultimi residui di barriere spazio- temporali, in una corsa di avvicinamento sempre più interna al cuore pulsante della realtà.Ma il contesto culturale , offre molti spunti di collegamento anche sul piano letterario filosofico ( tra cui ricordiamo La nausea di Sartre del '38 , l'edsistenza è molle : la nausea è la presa di coscienza di un'estraneità costitutiva al non senso delle cose, ma al tempo stesso di una adesione inestricabile, come di una mosca appiccicata alla carta moschicida. domina il vuoto. In Sartre troviamo tutti gli elementi di una fisicità abietta , degradata, a cominciare dal tema del volto, fino a quella della città.E proprio il tema della città è interessante per stabilire un diagramma degli sviluppi paralleli tra arti figurative e letteratura: si pensi alle città di Hopper, silenziose abbandonate esauste di noia e spettralità, come groviglio conflittuale bellum omnium contra omnes , ma allo stesso tempo spettacolo di luci,di meraviglie elettroniche ( come si esprime in Tobey)per non parlare della città viscerale , neuronica,esplosa di pollock , mai dichiarata apertamente , ma sempre lì , sotto i reticolati di segni divoratori , nel caos e nella solitudine ,intricati e irrisolti.E per terminare lo sguardo sulla città , nella produzione letteraria e artistica del '900 statunitense , con riferimenti all'informale , non si può trascurare l'Ulisse di Joyce che, già analogico alla destrutturazione cubista costituisce il principale evento letterario per la generazione informale - mito e inconsio in un unica unità di luogo.L'altro grande fenomeno omologico all'informale è espresso dalla poesia Beat. dove la pagina poetica si sgretola in un irrazionalismoche mira alla soppressione dell'io . Nella poetica Beat è presente una buona dose di protesta sciale di tensione per i diritti civili.Una rilevante omologia con la pittura informale è costituita a sua volta dalla musica Jazz. si pensi a be-poop, al boogie- al rock and roll , al twist.Dunque inoltre le tematiche filosofiche del periodo sono il pragmatismo, la fenomenologia e l'esistenzialismo.


BibliografiaL'informale - il contesto culturale di ROBERTO PASINI clueb 1997 , 443 Pagina 8880913441

Arte CONTEMPORANEA -LAND ART, EARTH ART

Nell'ambito statunitense, gli assunti antiformali e processuali trovano riscontro nelle ricerche designate come land art e earth art sviluppata tra il 1967 e i primi anni '70 da De Maria , Oppenheim e Robert Smitshon, questi artisti estendono il proprio campo operativo oltre i limiti dello spazio espositivo intervenendo nello spazio naturale con azioni di incisione, sottrazione e dislocazione.Gli interventi di De Maria , Oppenheim e Robert Smitshon operano sul territorio con un approccio più concettuale e cartografico ( la documentazione dei loro lavori privilegia il punto di vista a volo d'uccello).
De Maria segna il terreno con tracciati rettilinei in distanze incommensurabili. Es. tracce con polvere di gesso , due linee parallele lunghe un miglio .Smithson realizza per lo più interventi nei luoghi abbandonati che recano tracce di sfruttamento industriale: il più noto tra i lavori esterni è il grande molo a forma di spirale , costruito con terra e fango, acqua e cristalli di sale su una riva del Great Salt Lake nello Utah.In parallelo agli interventi su scala territoriale , alcuni esponenti della land art sviluppano progetti per spazi interni, intimamente legati all'esperienza del paesaggio esterno.Questi lavori prevedono la dislocazione di materiali grezzi ( terra pietre) in uno spazio espositivo e
funzionano in base alla dialettica fra interno ed esterno.

De Maria riempie le tre stanze della galleria di Monaco fino a 75 cm con 50 metri cubi di terra.I lavori in spazi interni di smithson occupano un ruolo di particolare rilievo in questo contesto no solo perchè numericamente predominanti ma soprattutto in quanto la dialettica fra due dimensioni inconciliabili.Il filo conduttore dei suoi lavori è il non luogo e il luogo sottende molteplici rapporti tra le rispettive dimensioni contrapposte: artificiale e naturale, confinato e incommensurabile. In alcuni casi sono mucchi di terra e ghiaia che fungono da supporto a lastre specchianti , precedentemente dislocate in punti del sito di prelievo della terra( gli specchi nello spazio interno non rispecchiano nulla o un'immagine fissa , mentre all'esterno riflettono fugaci frammenti di cielo, luce colore,paesaggio
BibliografiaArte CONTEMPORANEA -LAND ART, EARTH ART di FRANCESCO POLI electa 2004 , 384 Pagina 88-435-8178-3

domenica 14 giugno 2009

Karel Appel

Dopo gli studi ad Amsterdam conosce Corneille e Constant, con cui fonda il gruppo sperimentale.
A loro si uniscono Pierre Alechinsky e Asger Jorn, e insieme danno vita al movimento Cobra, dalle iniziali delle loro città, Copenagehen, Bruxelles e Amsterdam.
Dal 1950 si trasferisce a Parigi; nel 1954 riceve il premio Unesco alla Biennale di Venezia ed esone molte opere all Martha Jackson Gallery di New York.
Dal 1997 soggiorna alternativamente in Toscanadove dipinge paesaggi, e negli Stati Uniti, dove si dedica alla scultura.

Personaggio
1950, olio su tela,
collezione privata







Prima di frequentare l'Accademia , Appeal dipinge alcuni paesaggi, vagamente ispirati all'Impressionismo.

I contatti con gli ambienti dell avanguardi olandesi e le lunghe discussioni con gli altri membri del Cobra lo portano a definire il suo stile, sulla scia dell'espressionismo informale. E' una scelta che gli permette di dar voce alle proprie emozioni, di privilegiare il colore sul disegnio, il ritmo sull'armonia e di usare le forme in modo lirico e non descrittivo.

Questo quadro è uno tra i più bell'esempio dell'esperienza Cobra.

Le pennellate sono Ampie e marcate, dai colori accesi e contrastanti.

Il lineamenti sono molto semplificati e ricordano Mirò, Dubuffet.

A partire dal 1952 Appel ssi distacca dal Gruppo Cobra e si avvicina al critico Michel Tapié a all'arte informale:i cui esponenti sono: De Kooning, Riopielle, Pollock. Anche se il suo modo di operare è diverso da quello di questi artisti, infatti frequenta più i poeti che gli artisti .

Nei dipinti degli anni cinquanta si nota come mantiene i legami con la realtà e dà libero spazio alla fantasia.

Nella sua arte è evidente la passione per i colori puri e violenti e quelle forme primitive;

Siamo di fronte ad una pittura che non è sviluppata dalla "ragione" ma è energica.

L'artista in una intervista ha persino confessato che ogni suo dipinto è una battaglia sia mentale che fisica e che si rivela mentre si svolge il combattimento"

Bibliografia

Grandi Arti Contemporanee,Dalle avanguardie alla Pop Art,Gabriele Crepaldi,Electa, Panorama,p.10;
Foto: http://www.pagina.to.it/download/PAGINA_ARTE/OPERE/cobra4.jpg

sabato 13 giugno 2009

Umberto Boccioni

























Diplomatosi all'istituto tecnico si trasferisce a Roma , dove si dedica alla pittura, alla letteratura e al giornalismo da autodidatta.Nel 1908 si stabilisce con la madre e la sorella a Milano , dove ha i primi contatti con il nucleo fondatore del Futurismo, in particolare la sua guida è Marinetti.Sottoscrive il Manifesto dei pittori futuristi e partecipa alle mostre futuriste. Allo scoppio della prima guerra mondiale è tra i più accesi interventisti; partito volontario , muore nel 1916 in seguito a una caduta da cavallo.








Ritratto di scultore
1907 circa, olio su tela
collezione privata





L'opera era conosciuta come il ritratto dello scultore Brocchi, ma sono intervenuti dei dubbi sull'identità del protagonista.Può essere considerata la sintesi delle sue prime ricerche divisioniste e insieme uno dei momenti più evidenti del cammino verso il futurismo.Lo scorcio cittadino sullo sfondo è ottenuto per mezzo di piccole pennellate dai colori caldi vibranti, molto vicini a quelli usati da Gubricy, Nomellini o Pellizza da Volpedo.Nell'ottobre del 1907 Boccioni visita a Parii la mostra " Pittori divisionisti italiani" e questi quadri lo convincono molto di più di quelli dei puntinisti Seurat e Signac. Nello stesso tempo, però il personaggio in primo piano è investito da una luce forte e diretta , che contrasta con i toni pallidi e sfumati dello sfondo.Inoltre le pennellate dense e decise unite alle forme spigolose del suo volto, anticipano le nette geometrie delle successive opere futuriste.


Il romanzo di una cucitrice
1908,olio su tela,Parma , collezione Barilla

La composizione è ancora legata alle prime esperienze divisioniste e mostra come l'artista abbia seguito attentamente la lezione di Pellizza da Volpedo e di Gaetano Previati.Il tema della donna che legge , caro a molti impressionisti, viene aggiornato sulla base delle nuove tendenze postimpressioniste e rivela già, nella frammentazione nervosa e vibrante del colore e nella semplificazione dell'abito della modella, alcune anticipazioni dinamiche delle successive opere futuriste.Nei quadri di Boccioni appaiono spesso dei personaggi alla finestra, una scelta compositiva che gli dà modo di illuminare meglio la scena e di affrontare il rapporto tra l'interno e l'esterno.L'opera viene esposta nel luglio del 1908 alla Permanente di Milano ma, con disappunto dell'autore, ottiene ben pochi apprezzamenti e molte critiche negative.


Elasticità
1912, olio su telaMilano, Civico Museo d'arte Contemporanea, collezione Jucker

Questo dipinto riassume e completa il percorso creativo di Boccioni, che ha sperimentato le nuove idee Futuriste con La città che sale (New York The museum of Modern Art) e le sue arricchite con il trittico degli Stati d'animo del 1911. Qui siamo all'apice espressivo, al perfetto equilibrio tra luce e colore , tra linea e disegno, e questi elementi innovativi vengono subito compresi dalla critica .L'intera composizione, in cui predominano le linee curve e i toni accesi, è percorsa da un fremito di energia interiore che si sprigiona verso l'esterno fino a coinvolgere quasi lo spettatore stesso.Così i dipinti di Boccioni si avvicinano alla rappresentazione pura del movimento, l'obiettivo che gia Edgar Degas aveva tentato di raggiungere con i suoi cavalli da corsa e che Giacomo Balla , negli stessi anni, realizza ispirandosi agli album fotografici di Edward Muybridge.

Materia
1912-1913, olio su tela,Milano, collezione Mattioli


La figura della madre ha un ruole determinante non solo nella vita, ma anche nell'arte di Boccioni.L'artista la ritrae gìà nel 1906 e continua a raffigurarla nei suoi dipinti fino alla morte, eleggendola a simbolo universale di vita e energia.Questo è il ritratto più famoso, opera chiave della sua produzione futurista, sintesi degli studi finora effettuati sul rapporto tra il personaggio e l'ambiente, tra interno ed esterno. Dal punto di vista formale l'opera si caratterizza per l'applicazione dei principi della composizione e della compenetrazione dei piani colorati. E' meno rigorosa e geometrica di quella dei cubisti, ma più attenta agli accordi cromatici.Nel 1913, dopo aver esposto il dipinto al ridotto del tetro Costanzi di Roma, L'artisa non ancora soddisfatto, apporta delle ulteriori modifiche alla parte inferiore del dipinto, per meglio integrare le masse.

Balthus








I suoi genitori , Erich e Baladine, di origine polacca, sono discreti pittori. Nel 1934 la Galleria Pierre di Parigi espone le sue prime opere adolescenti, subito considerate ambigue e morbose.Nel 1953 si trascferisce nel castello di Chassy, nel Morvan;nel 1961 è nominato diretore dell'Accademia i Francia a Roma.
Appassionato d'arte orientale, compie un lungo viaggio in Giappone; qui conosce Setsuko che sposa e da cui ha una figlia Harum.


La stanza
1952 -1954 , olio su tela, collezione privata

E' uno dei suoi quadri più conosciuti e insieme enigmatici, per la presenza di molti elementi di non facile interpretazione.La composizione riprende un dipinto del 1949, in cui compare la stessa fanciulla , distesa su una sedia e intenta a giocare con un gatto, mentre una donna sullo sfondo sta aprendo una finestra.Qui il simbolismo è più oscuro : ad esempio , non è chiaro chi sia la figura grottesca e deforme sulla destra e quali motivi la spingano ad aprire la tenda , illuminando la stanza.Altrettanto oscuro è il significato della posa della giovane adolescente che giace sulla poltrona adddormentata o forse svenuta, in maniera innaturale e scomposta.Ancor più inquietante le presenza del gatto , i cui lineamenti hanno una parvenza maligna, che lo fa asomigliare a un piccolo diavolo, intento a ghernire la sua preda ,sorpreso e disturbato dall'arrivo improvviso della luce.Nel corso della sua lunga carriera Balthus ha scelto come protagoniste dei suoi dipinti giovani adolescenti, sorprese , o meglio spiate, nell'intimità della loro vita domestica.L'Impostazione generale della scena è caratterizzata da un meticoloso realismo, ma l'atmosfera è ricca di simbolismo e carica di attese, vicino alle pitture surrealista

Giacomo Balla




Dopo la morte del padre , nel 1880 , studia presso la scuola serale di disegno e all'Accademia .Nel 1895 si trasferisce col la madre a Roma , dove dipinge ritratti e paesaggi vicini allo stile divisionista.Nel 1910 , con Boccioni, Severini,Carrà e Russolo firma il Manifesto dei pittori futuristi, di cui è uno dei maggiori protagonisti.Durante la guerra si interessa anche al cinema e al teatro; negli anni trenta si allontana gradualmente dal gruppo futurista e si riavvicina alla pittura figurativa.Le prime opere risentono dello stile Divisionista,sulla scia della produzione di Segantini, Previati e Pellizza da volpedo. Non mancano inoltre le influenze degli impressionisti, che l'artista conosce durante i settemesi di permanenza a Parigi .In particolare concentra le sue ricerche sulla luce e sperimenta varie soluzioni.Uno dei principi fondamentali del futurismo è l'esaltazione della velocità e il tentativo di rendere il movimento in pittura.Balla affronta questa ricerca in alcuni celebri dipinti , come ad esempio il Dinamismo di un cane al guinzaglio, la bambina che corre sul balcone, Il volo di rondini e La mano del violinista.




Automobile + velocità+luce


1913, acquerello e seppia su carta
Milano, Civico Museo D'arte Contemporanea , collezione Jucker

Questo disegno è uno dei molti , circa 40 dedicati alle automobili, considerate dai futuristi il simbolo stesso della loro arte, che trionfa sullo spirito statico del passato.Qui è evidente il tentativo di rendere il dinamismo dell'automobile, vista di profilo; le linee rette rappresentano l'espansione e il rumore del motore, mentre quelle curve vogliono rendere l'impressione della velocità e dello spostamento d'aria.Sia l'autovettura che il guidatore sono semplificatie stilizzati , quasi a imitare l'impressione dell'occhio dello spettatore che non riesce a cogliere i particolari dell'oggetto in movimento.Balla studia la luce sin dalle sue prime opere divisioniste; nel 1909 dipinge Lampada ad arco in cui vuole rendere in pittura gli effetti di una lampada ad arco voltaico.Nel 1912, a Dusseldorf, prosegue in queste sue ricerche parallele sul movimento e sulla luce.In alcuni disegni di quell'anno il movimento di una figura umana viene scomposto in figure geometriche , in particolare triangoli, e lo stesso avviene nei suoi studi alla luce.Nascono così alcuni quadri formati da triangoli luminosi, con tonalità digradanti nei colori dell'iride, intitolati "Compenetrazione iridescenti", una dozzina dei quali eseguiti come preparazione per il manifesto della mostra della secessione che si tiene a Roma nel 1913.L'artista parte dall'osservazione del vero e gradualmente semplifica le forme fino ad arrivare, come in questo caso, alla totale semplificazione geometrica , collocandosi sulla scia delle parallele ricerche europee, come ad esempio quelle Robert e Sonia Delauny a Parigi Nell'ottobre del 1918 presso la Casa d'Arte di Anton Giulio Bragaglia a Roma , sono esposte quaranta opere eseguite durante la guerra. Boccioni è morto due anni prima. Balla è rimasto l'unico punto di riferimento e la guida per la nuova generazione di artisti futuristi .

Balla rappresenta il movimento in maniera molto analitica, infatti contempla nel tempo lo spostamento spaziale dell'oggetto.

In Dinamismo di un cane al guinzaglio o nelle Mani di un violinista opere realizzate tra il 1911 e il 1912 egli riesce a rappresentare la successione del movimento del guinzaglio dei piedi o delle mani sullo strumento.



Compenetrazioni iridescenti n°7 - 1912 ;olio su carta, 77 x 77 ; Torino ,Civica Galleria d'Arte moderna.



In quest'opera è evidente l'astrazione delle linee e del colore, infatti rappresenta la schematizazzione dei suoi studi sul movimento e sulla luce.

I triangoli colorati, avvicinati in accordo ad affinità ottiche , creano astratte e analitiche tessiture visive.( schemi geometrici iridati)







Nudo controluce

1906, pastello su cartone,

collezione privata



Questa è una delle prime opere di Balla da cui si evince l'influenza dello stile divisionista e dell'impressionismo che ha occasione di conoscere durante i 7 mesi di permanenza a Parigi.Con gli impressionisti l'artista si concentra sulle ricerche sulla luce , sperimentando varie soluzioni.Infatti si nota come in quest'opera pone la figura femminile , di fronte ad una finestra.La postura della donna è molto naturale,il suo corpo è delicatamente scolpito attraverso un sapiente utilizzo dei chiaroscuri.Utilizzando i pastelli riesce a distribuire i colori in maniera non omogena sottolineando la differente intensità della luce.

Nell'Ottobre del 1918, presso la casa d'Arte di Anton Giulio Bragaglia a Roma, sono esposte quaranta opere eseguite durante la guerra.Boccioni è morto circa due anni prima , mentre carrà e severini stanno compiendo nuove ricerche.

L'unico ad essere rimasto come punto di riferimento e guida per gli artisti futuristi è Balla ,è ciò è palese nel dipinto Iniezione di Futurismo, dedicato al suo carissimo allievo Depero.

Spazzolridente - 1918,olio su tela , Civico Museo D'Arte Contemporanea, collezione Jucker

Qui questo dipinto è evidente la scomposizione geometrica dello spazio e della luce ed il tentativo di visuallizzare sulla tela l'assenza del movimento, ( idea di base del Futurismo). I pesonaggi sembrano irriconoscibili, nell'insieme di linee .

Inoltre sembra essersi avvicinato all'umorismo del surrealismo , perchè la spazzola sembra animata avvicinata al personaggio sulla destra che sembra sorridere.



Gilberto Zorio


Nel 1963 si iscrive all'Accademia di Torino, dove tien la sua prima mostra personale alla Galleria di Gian Enzo Sperone nel 1967.Tra il '67 e il '68 partecipa a numerose manifestazioni del gruppo arte povera, Nel 1970 si diploma all'Accademia e insegna al Liceo Artistico di Torino.Fin dalla sua prima esposizione alla Galleria Sperone di Torino nel 1967 Gilberto Zorio è interessato ai fenomeni naturali, come ad esempio l'evaporazione dell'acqua marina su una tenda.Molte delle sue creazioni sviluppano questo tema, degli attrezzi per purificare le parole alle stelle, alle canoe alle macchine irradianti.Le stelle, uno dei soggetti a lui più cari, compaiono nelle sue composizioni a partire dal 1972 e sono viste come il simbolo delle trasformazioni della materia in energia, una delle leggi fondamentali che regolano la vita dell'unviverso.Egli le inserisce in molte opere e da loro una vasta molteplicità di significati.Inoltre le realizzazioni in materiali diversi, per lo più derivanti dalla produzione industriale, seguendo un procedimento utilizzato da quasi tutti gli esponenti dell'Arte Povera.In ogni suo lavoro , da quelli più semplici alle instllazioni più vaste e complesse l'artista si sforza di rappresentare una realtà dinamica ed in trasformazione, proprio com'è il mondo in cui viviamo
Conclusione: Artista contemporaneo - Arte povera

domenica 3 maggio 2009

Doveri dei giovani

(…)Gli uni sono dei giovani, gli altri sono doveri degli anziani. È proprio degli adolescenti avere rispetto per i più vecchi ed eleggere tra di loro i migliori ed i più buoni, con il consiglio ed il parere dei quali sostiene, poiché l’inesperienza giovanile dell’età deve essere creata e retta con la prudenza degli anziani. Ma quella età della moltissima voglia deve essere ritenuta ed essere esercitata nel lavoro e nella pazienza sia nell’anima che del corpo. E infatti, quando vogliono rilassare gli animi e dorsi alla scherzosità evitando la smodatezza, ricordando della fanciullezza. (…)

Il territorio e le popolazioni

La Gallia è nel suo insieme divisa in tre parti, delle quali i belgi abitano una, gli Aquitani un’altra, la terza coloro che sono chiamati nella stessa lingua dei Celti e chiamata nostra dei Galli. Questi si differenziano tra loro per lingua, istituzioni, leggi. Il fiume Garonna divide i Galli dagli Aquitani, la Marna e la Senna divide dai Belgi 8I Galli). Di tutti questi i più forti sono i Belgi, per il fatto che sono distanti dalla civiltà e dalla cultura della provincia e per niente spesso i mercanti capitano nel loro paese e le cose che mirano ad indebolire gli animi, importano e sono vicini ai Germani, che abitano oltre il Reno, con questi combattono continuamente. Per questo gli Elvezi superano anche i rimanenti Galli in virtù, perché combattono quotidianamente guerre con i Germani, o quando li tengono lontani dai loro territori o gli stessi combattono nei loro confini una parte dei territori che, come si è detto è occupata dai Galli ha inizio del fiume Rodano, è limitata dal fiume Garonna, dall’oceano, dai confini dei belgi, confina anche dalla parte dei Sequani e degli Elvezi. I belgi hanno origine dagli estremi confini della Gallia si estendono fino alla parte inferiore del fiume Reno, guardano verso il sole che sorge. L’Aquitania si estende dal fiume Garonna ai monti Pirenei e questa parte dell’oceano che è vicino alla Spagna, si estende guarda verso al tramonto del sole e a settentrione.
incolo, is, inedui, incultum, incolerea
appello, as, avi, atuma, are
differo, differs, diftuli, dilatum, differre
divido, is, si, sum, dere
absum, abes, abfui, abesse

Il re Pirro

Nel medesimo tempo fu dichiarata una guerra ai Tarantini, che già si trovavano nella parte meridionale dell'Italia, poiché avevano fatto un torto agli ambasciatori romani, questi chiesero aiuto contro i romani, a Pirro, re dell'Epiro che traeva origine dalla stirpe di Achille. Egli venne subito in Italia e allora per la prima volta i romani combatterono con un nemico d'oltremare. Fu mandato contro Pirro il console P. Valerio Levino, il quale dopo aver catturato gli esploratori di Pirro, ordinò che essi fossero condotti per l'accampamento, che fosse mostrato tutto l'esercito e che allora fossero lasciati andare, affinché riferissero a Pirro tutto ciò che i romani stavano facendo. Attaccata immediatamente battaglia mentre, sebbene Pirro fuggisse già, vinse con l'aiuto degli elefanti i quali impaurirono i romani giacché non li avevano mai visti. Ma la notte pose fine al combattimento; Levino tuttavia fuggì durante la notte. Pirro catturò mille e ottocento romani e li trattò con sommo rispetto, fece seppellire quelli uccisi. E dopo aver visto questi anche morti con ferite sul petto e con un aspetto orribile, si dice che portò le mani al cielo con queste parole: che egli avrebbe potuto essere padrone di tutto quanto il mondo se gli fossero capitati tali soldati.

Il cursur honorum

Marco Catone, nato nel municipio di Fuscolo, adolescente, prima di dedicarsi alla carriera politica, visse tra i Sabini, poiché lì aveva un podere lasciato dal padre. Quindi per esortazione di C. Valerio Flacco, che ebbe collega nel consolato e nella censura(carica del console) emigrò a Roma e cominciò fare l’avvocato. Meritò il primo stipendio militare a 17 anni. Fu tribuno militare in Sicilia, sotto Quinto Fabio e M. Claudio consoli. Quindi come ritornò, seguì l’accampamento di C.C.N., e al sua grande opera fu molto stimata nella battaglia presso la Sena, nella quale cadde Asdrubale, fratello di Annibale. Fu eletto Edile della plebe con C. Elvio. Divenne pretore della provincia di Sardegna, dalla quale tempo prima aveva condotto Quinto Ennio il poeta, il che stimiamo meno di qualsiasi grandissimo trionfo in Sardegna.

Il dramma di Attilio Regolo

È ingiusto non fare menzione dell’animo coraggioso di Attilio Regolo che fu mandato a Roma dai Punici per persuadere i suoi concittadini restituissero i prigionieri. Poiché non aveva voluto persuadere i concittadini, poteva rimanere a casa ma preferì tornare, sia che volesse conservare la parola data, sia che sperasse che i Punici fossero meno crudeli. Egli non doveva ritornare, (…), doveva fare (…).

I veri beni della vita

Aristippo filosofo socratico, poiché avere rivolto l’attenzione al disastro presso al spiaggia di Rodi trattate la geometria con un giro di parole, avendo guidato contro i compagni così ebbe detto: “Speriamo bene! Infatti vedo le impronte degli uomini. È immediatamente andò nella città di rodi e andò direttamente a finire nel ginnasio, e qui discutendo della filosofia, fu donato, poiché non tanto per prepararsi, ma anche a loro., i quali nello stesso tempo saranno stati sia i vestiti sia le quali cose che sono necessarie per il nutrimento. Affinché fosse superiore poiché d’altra parte aveva voluto che i compagni di lui ritornassero in patria e poiché lo interrogò, pochi voleva qualcuno che non avrebbe rinunciato alla cosa, allora ordinò che dicessero: “In tal maniera per il viaggio ai figli è opportuno che si prepari, per le quali così anche dal disastro nello stesso tempo possono enare da un naufragio”. Infatti quelle protezioni sono il mezzo di sopravvivenza, alle quali potevano nuocere né il sfavorevole di fortuna, né il mutamento delle cose pubbliche, né la devastazione della guerra.

I Sanniti chiedono agli Etruschi di allearsi contro i Romani

I Sanniti si diressero verso l'Etruria e chiesero una assemblea sei capi dell'Etruria. E radunata questa espongono per quanti anni combattono per la libertà contro i Romani: avevano provato tutte le cose, nel caso in cui potessero affrontare un rischio tanto grande di guerra con le loro stesse forze: avevano tentato anche di ottenere gli aiuti delle genti vicine non con grande efficacia. Avevano chiesto la pace al popolo romano,, non potendo tollerare la guerra; si erano ribellate perché la pace per chi è schiavo è più tollerabile che la guerra per chi è libero. A loro restava un'unica speranza negli Etruschi: sapere che erano la gente più ricca d'Italia per armi, uomini, denaro; avevano come confinanti i Galli. nati tra spada e armi, feroci non solo con il loro ingegno ma anche contro i Romani, popolo che ricordano catturato da loro e riscattato con l'oro, non vantandosi inutilmente. Numma mancava a che costringessero i Romani cacciati da ogni territorio al di là del Tevere a combattere per la propria salvezza non per non tollerare il regno d'Italia nel caso in cui gli etruschi avessero lo stesso animo che un tempo era stato di Porsenna e dei loro antenati.

I pricipes factionum

In Gallia non soltanto in tutte le città e in tutti i villaggi ma anche in ciascuna famiglia ci sono partiti e di loro sono i capi delle tribù che apparsi a giudizio di ? avere somma autorità in ogni decisione. Pare che questa tradizione sia stata istituita in epoca antica per questo, affinché nessun cittadino della plebe fosse privo di protezione contro uno più potente. Ciascun capo infatti non sopporta che i suoi siano oppressi e ingannati e se facesse altrimenti non avrebbero alcuna autorità fra i suoi. Questo costume regna in generale in tutta la Gallia e perciò tutte le popolazioni furono divise in due parti.
sum, es fui, esse
habeo, es, ui, itum, ere
videor, eris, visum sum, videri
ageo, es, agui, ere
divido, is, si divisum, ere

I Pompeiani cominciano a cedere (I)

Nello stesso tempo Cesare ordinò che la terza linea che era stata tranquilla e fino a quel momento si era mantenuto nel posto assegnato avanzasse. Così essendo succeduti i vigorosi e gli illesi agli stanchi, alcuni invece assalirono alle spalle, i Pompeiani non poterono resistere e batterono in ritirata. E Cesare non si era in verità ingannato sul fatto che da quelle truppe che erano collocate di contro ai cavalieri in quarta fila, comincia l’inizio della vittoria, come lui stesso aveva detto nell’incitare i soldati. Tra quelli infatti in primo luogo distrutta la cavalleria, tra gli stessi sono raccolti i corpi degli arcieri e dei frombolieri, tra gli stessi l’armata Pompeiana era circondata dalla parte sinistra e fu stabilito l’inizio della fuga.

I libri sibillini

Si narra che una volta una certa vecchia si recò dal re Tarquinio, portando con se nove libri, che diceva contenevano i divini presagi e desiderava vendere. Tarquinio avendo domandato il prezzo, la vecchia chiese il prezzo massimo; il re la derise perché pensava avesse perso il senno a causa della tarda età. Allora quella, avendo posto un fuoco davanti a questo, bruciò tre dei nove libri e chiese se voleva comprare i sei rimanenti allo stesso prezzo. Ma parve a Tarquinio, che rideva molto di più, che la vecchia senza dubbio delirasse. Ma immediatamente la vecchia, bruciati altri tre libri, chiese candidamente di nuovo al re se voleva comprare gli ultimi tre libri al medesimo prezzo. Allora si dice che Tarquinio sia divenuto più attento; infatti pensò che una donna così costante e sicura di sé non fosse da sfidare; pertanto comprò immediatamente al medesimo prezzo i libri. Quando la vecchia partì da Tarquinio, nessuno seppe mai che cosa lei fosse stata pagata: ciò non fu più visto da nessuna parte del mondo.

I Pompeiani cominciano a cedere (II)

Ma Pompeo, come vide la sua cavalleria sconfitta e confidava massimamente in quella osservò quella parte spaventata, diffidato da chiunque altro, uscì dall’esercito e per mezzo del cavallo si rifugiò nell’accampamento senza fermarsi e ai suoi centurioni nel posto di guardia aveva collocato presso la porta pretoria, chiaramente. Affinché i soldati udissero distintamente: “Proteggete – disse – l’accampamento e difendete diligentemente, se qualcosa ? sarà accaduto. Io circondo le restanti parte a rafforzo”. Avendo detto queste cose, sii rifugiò nel pretorio diffidando dell’esito finale e ciononostante aspettante l’evento. Cesare spinti i Pompeiani alla fuga nella valle, stimante che nessuno spazio fosse necessario di essere concesso agli spaventati, esortò i soldati affinché utilizzassero il beneficio della fortuna e assalgono l’accampamento. Quelli, anche se affaticarti dal calore( infatti la cosa si era prolungata oltre mezzogiorno), nonostante risoluti di ogni sforzo, furono sottomessi al comando.

Gli studenti si devono esercitare attivamente

Gli studenti si devono esercitare attivamente
Ne lo stesso precettore deve solo insegnare queste cose, ma interrogare frequentemente e mettere alla prova il discernimento degli studenti. Così l'apatia si allontanerà da coloro che ascoltano, ne le cose che si andranno dicendo sfuggiranno agli orecchi: insieme, condurranno a ciò quello che da questo si chiede; cioè che loro conoscano e capiscano. Infatti che cos'altro facciamo insegnando a loro se non che sono sempre da informare? Questo genere di attenzione oserei dire più utile agli studenti più che a tutte le abilità in ogni cosa. Come tuttavia sono state tramandate alcune regole generali nell'arte della guerra molto maggiormente sarà comunque più vantaggioso conoscere per quale motivo qualcuno dei comandanti ne faccia uso sapiente in quale circostanza, in quale momento, in quale luogo o sia contrario: infatti in tutte le cose generalmente le regole valgono meno che la pratica.

Gente dei tempi andati

Brescia è la patria di dei Minucio, di quella nostra Italia che sino ad ora tiene e conserva molta della timidezza, dell’onestà ed anche della semplicità antica. Padre di lui è Minucio Matrino, capo dell’ordine equestre, perché non ha voluto nulla di più alto e riteneva essere abbastanza di stima per lui quell’ordine. Infatti scelto dal divinizzato Vespasiano tra i pretori, antepose l’onesta alla nostra ambizione, insofferente dalle preoccupazioni. Ha nonna materna Serrana Procina con municipio di Padova. Ha conosciuto luoghi e modi, Serrana, tuttavia non solo è memore dell’antico pudore, ma è anche prova della severità dei Padovani Ha eguaglio sia lo zio materno sia P. Acilia per serietà, per prudenza, per una lealtà ? ?, Nell’insieme in tutta la casa non ci sarà niente, che non ti piacerà come nella tua.

Filippo, Alessandro, Pirro, Dionisio

Tra la gente macedone due superano di molto gli altri per la gloria delle gesta: Filippo, figlio di aminta, e Alessandro Magno. Uno di questi due consumato dalla malattia a Babilonia, Filippo fu ucciso dagli Egeati, mentre andava a vedere i giochi vicino al teatro. Un Epirota, Pirro, che combatté contro il popolo romano. Egli mentre espugnava la città di argo nel Peloponneso, colpito da un sasso, morì. Uno del medesimo genere Siculo, il vecchio Dioniso. Infatti fu sia forte meno che esperto in guerra e, che non è facile da trovare in un tiranno, minimamente avido, non lussurioso, non avaro; e infine per niente cupido di alcuna cosa se non

Felice posizione di Roma

Romolo, nato da padre Marte, si dice che con il fratello Remo da Amulio, re Albano per timore di un infausto oracolo, fosse abbandonato presso il Tevere. In quel luogo poiché già sostenuto dalle mammelle selvagge della belva e poiché i pastori lo avevano allevato e poiché lo avevano cresciuto nella coltivazione agreste e nel lavoro, si narra che per primeggiò per le forze del corpo e per ferocità dell’animo. Nei confronti degli altrettanti che tutti, coloro che allora abitavano i loro campi, gli obbedirono con animo rassegnato e liberamente. Si tramanda che per mezzo delle armate di questi essendosi offerto comandante, avesse distrutto Albalonga, grande e potente città in quei tempi e avesse ucciso re Amulio. Acquisita qualche gloria, si dice che avesse deciso di fondare una nuova città. Scelse invece per la sua città u luogo (di) incredibile opportunità. E infatti non la fondo presso il mare: infatti sembra che di quelli uomini dotati di singolare preveggenza e saggezza

Estrema difesa di Salona contro le forze Pompeiane

Per la ritirata delle navi Liburniche dall’Illiria Marco Ottaviano con queste, che aveva, non pervenne a Salona. Lì sollevati i Dalmati e i restanti barbari respinse Issa dall’amicizia di Cesare; la comunità dei cittadini romani a Salona, non potendo muovere né con promesse né con avvertimenti di pericolo, iniziò ad attacare la fortezza. D’altra parte della città è fortificata della natura del luogo.Ma velocemente i cittadini romani, costruite torri di legno, si fortificarono con queste e, essendo deboli per resistere a causa della scarsezza di uomini, sfiniti dalle numerose ferite, risolsero per un estremo mezzo di salvezza e liberarono tutti i servi schiavi adulti e tagliati i capelli di tutte le donne ne fecero delle corde. Saputa l’intenzione di quelli, Ottavio circondò la fortezza per mezzo di cinque accampamenti e in un momento cominciò che quelli assalirono per mezzo dell’assedio e dell’espugnazione. Quelli lavoravano al frumento tutti interrotti massimamente esperti. Per queste cose mandati a Cesare degli ambasciatori, gli chiedevano aiuto; i restanti scomodi come poterono, si sostenevano da soli.

De Bello Gallico Libro VI XXVI-XVII

De Bello Gallico Libro VI XXVI-XVII
C’è un bue con la forma di un cervo, del quale dal centro della fronte tira le orecchie spunta un unico corno più eminente de diritto di quelle, che sono note a noi, corna; dalla sommità di questo si dipartono per ampio tratto rami simili alle palme di una mano. La stessa è la natura della femmina e del maschio, stessa (è) la forma e la grandezza delle corna. Vi sono ugualmente animali che sono chiamati alci. Di questi la forma e la varietà delle pelli è del tutto simile alla capre; ma precedono un poco per grandezza e sono senza corna e hanno le gambe senza giunture e sono senza articolazioni, né si sdraiano per dormire né, se per qualche accidente cadono, non possono ergersi e sollevarsi. Per questi gli alberi sono come giacigli: a quelli si appoggiano e solamente cosi si addormentano un poco. Il terzo è il genere di quelli, che sono chiamati Uri. Questi sono un poco per grandezza più piccoli degli elefanti, con l’aspetto, colore e figura del toro Grande è la loro forza e grande velocità, risparmiano né l’uomo né le fiere, che avvistano. L’ampiezza e le figura è la specie delle corna differisce molto dalle corna dei nostri bovi.

De Bello Gallico 1,3

Spinti da questi motivi e scossi dall'autorità di Orgetorige, stabilirono di disporre l'occorrente alla partenza: adunare il maggior numero di bestie da soma e di carriaggi che si potesse acquistare, eseguire il massimo delle semine per non mancare di grano durante il viaggio, stabilire una pace amichevole con le nazioni limitrofe. per compiere questi preparativi giudicarono sufficiente un biennio, e al terzo anno fissano per legge la partenza. A realizzarli viene scelto Orgetorige. Questi nel corso delle ambascerie che compì presso varie nazioni convince Castico figlio di Catamatalde – un sequano il cui padre aveva dominato per molti anni sul suo popolo ed era stato proclamato dal Senato amico del popolo romano - a prendere il potere tra i suoi connazionali come suo padre prima di lui; altrettanto fa con l'eduo Dumnorige, fratello di Diviciaco allora principe della sua nazione, e molto popolare, inducendo a compiere un tentativo analogo e concedendogli in moglie la propria figlia. dimostra a entrambi l'estrema facilità dell'impresa, poiché anch'egli avrebbe ottenuto il dominio della propria nazione: ed essendo fuor di dubbio che gli Elvezi fossero il popolo più potente dell'intera Gallia, garantisce che con le sue risorse e il suo esercito egli avrebbe procurato loro il trono. Questo discorso li induce a giurare lealtà reciproca, e confidano che un volta raggiunto il potere, con quei tre popoli così forti e saldi potranno divenire padroni della Gallia intera.

Dario muore alla conquista della Grecia

Dario invece, essendo tornato dall’Europa in Asia, gli amici esortati affinché riconducesse la Grecia sotto il suo potere; allestì una flotta di cinquecento navi e a questa mise a capo Dati e Artaferne, e a quelli diede duecentomila fanti, diecimila cavalieri, adducendo il pretesto che egli sia nemico degli Ateniesi, poiché con l’aiuto di quelli gli Ioni conquistarono i Sardi e distrussero i loro presidi. Quelli Satrapi, approdati con la flotta a Bubonea, velocemente presero l’Eretria e mandarono al re in Asia tutti i cittadini rapiti di quella gente. Quindi accedettero all’Attica e condussero le loro armate nel campo di Maratona: quello è a circa diecimila passi dalla città di Atene.

Che cos’è l’amicizia

Infatti in quanto l’amicizia è superiore alla parentela, che dalla parentela l’affetto si può eliminare, il titolo di amicizia si elimina, di parentela rimane. Quanta d’altra parte sia la forza dell’amicizia soprattutto da questo si può capire principalmente, che dall’infinita società del genere umano, la quale la stessa maturità ha conciliato, la cosa è stata raccolta e ridotta in limiti ben precisi, così che tutto l’amore sia stato riunito tra due o tra pochi. L’amicizia infatti non è nient’altro il consenso di tute le cose divine e umane con al benevolenza dell’amore; per questo non so se non infatti sottratta la sapienza, niente sia stato dato di migliore all’uomo dagli dei immortali. Altri preferiscono la ricchezza, altri la buona salute, altri la potenza, altri l’onore, molti anche i divertimenti. Questa estrema è certamente delle bestie (da bestie), queste cose più superiori sono inutili e incerte, poste non tanto nei nostri consigli quanto nei casi della sorte. Coloro che invece pongono nella virtù il sommo bene, quelli per di più fanno meravigliosamente, ma questa stessa virtù sia generi, sia conservi l’amicizia, l’amicizia non può essere senza virtù in alcun modo.

Carattere di Lepido adolescente

Il ragazzo Emilio Lepido allora disfò anche l’avanzata nella schiera nemica, salvava il cittadino. Del quale una statua a forma di balla e conta con al toga è posta nel Campidoglio incice a così memorabili opere, senatus consulto: infatti pensava ingiusto che lui non sembrasse ancora proprio all’onore, che già fosse maturo per la virtù. Infatti Lepido prevenì fortemente il rafforzamento dell’età con la rapidità del fare è ritorno dalla guerra la doppia lode, di cui soffrivano lui essere ? spettatore dell’età: infatti ai giovani incute alquanto terrore l’esercito nemico, sia le spade sguainate, sia lo spargersi dappertutto della frecce, sia il rumore dell’arrivare della cavalleria, sia l’impeto dell’esercito accorrente, tra quelle cose della gente Emilio la fanciullezza merita la corona, può afferrare i boltini.

Capitolo LIV degli "Annales" di Tacito

Ma ora abbiamo entrambi colmato la misura, sia tu, per quanto può un principe donare ad un amico, sia io per quanto può un amico ricevere da un principe; il di più può soltanto fomentare l'invidia, la quale, come tutti i diletti degli uomini, non giunge a toccare la tua grandezza; ma su di me sovrasta minacciosa e devo difendermi. E come invocherei il tuo soccorso se in una campagna militare o in un viaggio mi trovassi spossato, così, vecchio ormai ed inetto anche agli uffici più lievi in questo viaggio della vita, sentendo di non poter sostenere oltre il carico delle mie ricchezze, chiedo a te aiuto. Ordina tu che i miei beni passino sotto la cura dei tuoi amministratori, rientrino a far parte delle tue sostanze. Non intendo con questo volermi ridurre in miseria, ma riconsegnarti quei beni il cuo fulgore mi abbaglia, potrò nuovamente dedicare alle occupazioni spirituali quel tempo che si perde nella cura dei giardini e delle ville. Tu hai ora abbondanza di energie e l'esperienza di un altissimo comando assimilata durante tanti anni: possiamo quindi noi, tuoi vecchi amici, chiedere congedo. Anche questo sarà per te titolo di gloria: aver elevato alle più alte fortune chi ne avrebbe accettata anche una modesta.

Auctores

Se gli uomini, così come si vede che sentono che c'è un peso nel loro animo tale da affaticarli con la gravezza, potessero conoscere anche da quali cause ciò derivi e da dove una così pesante mole di male alberghi nel loro cuore, non trascorrerebbero la loro vita come oggi per lo più vediamo che ciascuno non sa cosa vuole per se e sempre cerca di cambiare luogo come se potesse deporre il peso. Esce spesso fuori dalle sue grandi stanze colui che si è annoiato di stare in casa e subito vi ritorna,come colui che si accorge che lo star fuori non è affatto meglio.Corre forsennatamente verso la sua villa spronando i manni, come se fosse ansioso di portare aiuto alle sue case in fiamme. Non appena ha sfiorato la soglia della sua villa immediatamente sbadiglia o sprofonda subito nel sonno e sfiora l'oblio o ancora affrettandosi raggiunge la città e torna a vederla. Così ciascuno fugge sé stesso, ma a colui il quale naturalmente come accade non è possibile sfuggire, sta attaccato suo malgrado e lo odia, per il fatto che non coglie la causa della malattia; mentre se lo vedesse bene ormai lasciate le cose, ciascuno si preoccuperebbe anzitutto di conoscere la natura, poiché è in gioco la condizione non di un'ora, ma del tempo eterno, nel quale i mortali devono aspettarsi (che scorra) tutto il tempo quale che sia che resta dopo la sua morte.

Astuzia degli Spartani

Invece i vecchi spartani, quando volevano nascondere ed occultare le lettere pubblicamente mandate ai loro comandanti, affinché non fossero prese dai nemici, non fossero conosciute le loro decisioni, mandavano lettere fatte in qualche modo. I due bastoncini erano lisci, allungato, dello stesso spessore e della stessa lunghezza, lucidati e ornati similmente; uno era stato dato al comandante che partiva in guerra; i magistrati avevano l’altro in casa con il diritto e con il simbolo connesso. Quando l’abitudine pre diffusa delle lettere molto segrete, piegavano attorno a quel bastoncino una cinghia di scarsa sottigliezza, tuttavia quando era sufficiente, al bisogno con una forma rotonda e semplice, così che i margini uniti da ogni parte e se unissero alla cinghia, che era piegava. Quella cinghia avvolta attorno al bastoncino con le lettere così incisa dal comandante consapevole della strategia. Tuttavia lo sciogliere della cinghia restituiva le lettere dalla cinghia tagliate e incomplete e sparivano le frasi e i segni di quelle in parti diversissime.

Archimede

Direi che l’attività anche di Archimede fu redditizia se non lo stesso a quello avesse dato e tolto la vita. Infatti presso Siracusa, Marcello aveva percepito che la sua vittoria era stata impedita molto e per lungo tempo dalle sua macchine: tuttavia attratto dall’eccellente saggezza dell’uomo, ordinò che fosse risparmiata la testa di quello, rispondendo quasi tanta gloria in Archimede salvato, quanto in Siracusa vinta. Ma quello, mentre tracciava figure geometriche con gli occhi e la mente fisse a terre, al soldato, che era entrato in casa per depredare, e sguainare (…).

Antidoto di Mitridate

Si dice che le anatre del ponto si nutrano davanti a tutti col mangiare veleno. È stato scritto anche da Leneo, liberto di Pompeo, che Mitridate, famoso re del Ponto, fosse abile dei rimedi e dell’arte medica e fosse solito mischiare il sangue di quelle ai medicamenti, poiché servono nel digerire il veleno, ed anche quel sangue fosse potentissimo in quella fattura; ma (è stato scritto) che lo stesso re s guardasse dalle insidie dei cibi con l’uso continuo di tali medicinali, che anzi ne bevesse consapevolmente anche altre sia e spesso per mostrare gli effetti di un veleno rapido e di grande efficacia e che ciò fosse senza danno. Per cui poi, quando vinto in battaglia fuggì nell’ultima parte del suo regno e aveva deciso di morire dopo aver provato ad affrontare inutilmente la morte un veleno violentissimo, trapassò sa stesso con la sua spada. L’antidoto di questo re è famosissimo, che è chiamato, “Mitridatico”.

Annibale giunge in Italia

Annibale fatto comandante a meno di 25 anni, nei tre anni seguenti sottomise tutte le genti della Spagna, espugnò Sagunto, città confederata, con la forza unì tre eserciti molto grandi. Tra questi mandò uno in Africa, un altro lo lasciò col fratello Asdrubale in Spagna, il terzo condusse in Italia con sé. Superò il valico dei Pirenei. Ovunque andasse, combatté con tutti gli abitanti: non lascio andare nessuno se non vinto. Dopo che giunse alle Alpi che separano l’Italia dalla Gallia, che mai nessuno con un esercito prima di lui eccetto Ercole aveva passato (per questo fatto quello[il passo] è chiamato oggi il passo Greco), annientò gli Alpigiani che tentavano di impedirgli il passaggio, fortificò i sentieri, e fece in modo che per quei sentieri un elefante equipaggiato potesse passare.

Ammirazione per Alcibiade degli storici più autorevoli

Tre bravissimi storici esaltarono con grandissime lodi Alcibiade denigrato da molti: Tucidide, che fu dello stesso periodo, Teopompo, nato dopo un certo periodo, e Tuneo: tuttavia questi due estremamente maledicenti furono d’accordo nel lodare proprio quello, non so in che modo. Infatti quelle cose, che abbiamo scritto prima, dissero di lui più e più di questo; poiché nacque ad Atene, durante la gloriosa civiltà; poi espulso si recò a Tebe, così unì agli studi di loro, che nessuno seppe eguagliarlo nella fatica e nella forza fisica (infatti i Beozi servono tutti maggiormente per la consistenza del corpo che per la vivacità dell’ingegno), lo stesso presso gli spartani, dei quali per costumi la somma virtù era messa nella pazienza, così fosse data a lui insensibilità, come la parsimonia di viltà e di rispetto provarono tutti gli spartani gli spartani; stette presso i Traci, uomini violenti dediti alle cose di Venere. Anche questi anticipasse in queste cose; andò dai Persiani presso i quali era somma lode andare a caccia fortemente, vivere dissolutamente: di loro così ho imitato le abitudini, come loro stesso ammirano lui in quello. Con le quali cose fece come, presso chiunque fu.

Alcibiade il processo delle Erme

Durante la guerra del Pelopponeso con il consiglio e l’autorità di Alcibiade gli Ateniesi dichiararono guerra ai Siracusani. Egli stesso fu eletto comandante per portare avanti ciò, inoltre gli furono dati due colleghi, Nicio e Lamaco. Mentre preparava quella, prima che la flotta uscisse, accadde che i una sola notte tute le Erme, che erano nella città di uno, vennero buttate e terra tranne una, che stava davanti alla porta di Andocide. Così quella dopo fu chiamata Mercurio di Andocide. Mentre appariva che questo non era stato fatto senza un grande accordo di molti, poiché era stato utile non alle cose private, ma allo stato, un grande timore fu incassa ad un gran numero, poiché una qualche forza improvvisa esiste nei cittadini, che aveva schiacciato la libertà del popolo. Sembrava che soprattutto testimonianze contro ad Alcibiade, poiché era stimato sia più potente sia come più illustre dei privati. Infatti aveva superato molti con la generosità, aveva reso molti suoi anche con il lavoro di avvocato. Per ciò accadeva che, ogni volta che si era mostrato in pubblico, attrasse su di se gli sguardi di tutti e che qualcuno non era posto pari a lui nella cittadinanza. Perciò non solo avevano la massima speranza in egli ma anche timore, questa cosa poteva nuocere moltissimo nuocere e giovare anche una cattiva reputazione, si diceva che celebrava i misteri in casa sua: ciò era empietà per la tradizione degli Ateniesi, e questo non per la religione, ma era giudicato per una congiura che si diffondeva.

sabato 2 maggio 2009

il ragnetto rosso

Il ragnetto rosso (Tetranychus urticae,
dimensioni minime inferiori a mm
1) è responsabile di aree decolorate sulle
foglie ma gravi danni si contano anche
sui frutti di limone.
Osservando la presenza del ragno in
colonie attive sulle foglie, intervenite
con abamectina-1,9 (ad esempio
Vertimec, nocivo) alla dose di 8 millilitri
per 10 litri d’acqua, aggiungendo alla

miscela anche olio minerale-80 (bio,
non classificato) alla dose di 30-50
grammi per 10 litri d’acqua.

come costruire una chitarra elettrica

Attrezzatura:- Sega a nastro (oppure seghetto alternativo)- Fresa- Levigatrice (quella che vibra)- Trapano- Scalpelli di varie dimensioni- Carta abrasiva (da grana 50 a grana 2000)- Attrezzi comuni tipo martello, cacciaviti vari, morsetti, squadra, riga, goniometro ecc ecc...- Colla per legno (la vinilica va benissimo)- Tanta Pazienza... e voglia di fare.
Corpo:Dopo aver scelto il tipo di legno da utilizzare (io ho usato Mogano e Pioppo per il corpo e Acero per il manico), bisogna disegnare la forma che si vuole dare alla chitarra su un foglio di cartoncino e ritagliarla, in modo da avere una dima per segnare il legno prima del taglio. (vedi Foto 1) Se, come nel mio caso, avete scelto di costruire il corpo con due tipi di legno diversi e' il momento di incollare le due tavole. Il tutto deve risultare molto solido, quindi non risparmiate su colla e morsetti.Una volta che la colla s’ è asciugata (2 giorni vanno bene) usiamo la dima di cartoncino per disegnare la forma della chitarra sulla tavola. A questo punto possiamo procedere con il taglio.Con la sega a nastro ritagliamo la nostra chitarra facendo attenzione di rimanere a circa 1 o 2 mm dal segno.Il passo successivo consiste nel levigare bene il contorno del corpo fino ad eliminare completamente i segni grossolani della sega. Il risultato dovrebbe essere più o meno questo... (vedi Foto 2)

Manico e Paletta: Nel mio caso ho usato un manico smontato da un’ altra chitarra al quale ho modificato la paletta. Ho rimosso la paletta dal manico e usando lo stesso legno (Acero) ne ho modellata e incollata una nuova che più s' intona alla forma della chitarra.Sulla nuova paletta in seguito si dovranno praticare i 6 fori per le meccaniche. (vedi foto sotto)




- Scasso per il manico- Scasso per i pick-up- Scasso per i potenziometri
Si può ora cominciare a fresare gli scassi necessari per alloggiare il manico, i pick-up e i potenziometri. Iniziamo da quello del manico, il più importante, in base al quale si ottiene l'esatta posizione dei pick-up e del ponte. Lo scasso deve essere il più preciso possibile (per intenderci il manico deve entrarci con qualche colpetto di martello), solo cosi otterremo un buon 'sustain' e un suono costante durante tutta la durata della nota. (vedi Foto 3) Gli scassi per i pick-up non danno grossi problemi, basta lasciare un paio di millimetri d'aria per lato in modo da avere lo spazio necessario per allineare esattamente i pick-up alle corde. (vedi Foto 4) Stesso discorso per quanto riguarda lo scasso dei potenziometri sul retro della chitarra. Le dimensioni variano in base al numero di controlli (volume e tono) utilizzati. (vedi Foto 5)Io per la mia chitarra ho deciso di usare 2 Humbucker, 1 volume, 1 tono e selettore a tre posizioni.Bisogna tenere presente che è necessario un foro di comunicazione tra tutti gli scassi per far passare i fili del circuito elettrico. Questo può essere fatto con una punta da 8 mm e lunga almeno 25 cm. Partendo dallo scasso per il manico potremo congiungere gli alloggiamenti dei pick-up. Da lì un'altro foro arriverà fino ai potenziometri.
Scasso Manico Scasso Pick-Up Scasso Potenziometri

Fissaggio del Manico
Per posizionare correttamente il ponte bisogna conoscere la scalatura del manico (nel mio caso scala Fender 25,50") e rispettare la distanza ponte- capotasto riportata in questa tabella.Pratichiamo i due fori per fissare il ponte controllando il perfetto allineamento con il manico, senza dimenticare il forellino che servirà per collegare a massa le corde con l' impianto elettrico.Nello scasso dei potenziometri facciamo anche i tre fori passanti per il volume, per il tono e per il selettore.A questo punto possiamo incollare il manico (sempre senza risparmiare su colla e morsetti).Una volta asciugata la colla montiamo il ponte e le corde per controllare che sia tutto a posto.(Vedi Foto 6 e 7)

"Carved Top"
Ora usando lime, carta abrasiva, pialletti e scalpelli vari possiamo realizzare la bombatura sul top e se lo si desidera lo smusso sulla parte posteriore. Terminato il tutto rifiniamo la chitarra con carta abrasiva via via più sottile fino alla 220 per prepararla alla verniciatura.Durante questa fase bisogna eliminare tutti i piccoli difetti tipo ammaccature graffi ecc ecc... per rendere la superficie il più liscia possibile. Ricordiamoci che ogni piccolo difetto risulterà molto più evidente dopo la verniciatura.


Verniciatura
Il necessario per verniciare:- Fondo nitro turapori- Vernice di finitura trasparente lucida allanitrocellulosa- Diluente - Tinte per colorare la vernice- Compressore- Pistola a spruzzo
S' inizia applicando una mano di fondo turapori diluita al 50% in modo che penetri in profondità nel legno e si lascia asciugare per circa un' ora.Dopodiché si scarteggia con carta abrasiva (grana 180) fino a rimuovere tutto lo strato di fondo.Questo è molto importante; infatti il fondo deve rimanere solo all' interno delle venature e dei pori del legno. Questa operazione va ripetuta per almeno 4 volte aggiungendo man mano sempre meno diluente al fondo.Dopo l' ultima mano scarteggiamo sempre con carta 180 per asportare lo strato di turapori e in seguito lisciamo per bene la superficie della chitarra con carta abrasiva grana 400.
La chitarra adesso è pronta per la verniciatura finale.
Prepariamo la quantità sufficiente per una mano di vernice di finitura diluita circa al 20% e aggiungiamo le tinte fino ad ottenere la tonalità desiderata.Prima di verniciare sulla chitarra è meglio provare su un pezzo di legno, per verificare se il colore è quello che vogliamo.Diamo quindi una mano di vernice uniforme su tutta la chitarra tenendo presente che più mani si applicano e più il colore tenderà a scurirsi.Per fare la sfumatura basta scurire la vernice e applicarla solo sui bordi orientando il getto della pistola dall' interno verso l' esterno del corpo.Una volta ottenuto il colore voluto applichiamo 7 o 8 mani di finitura trasparente diluita al 10% aspettando mezz'ora tra una mano e l'altra.
N.d.r: é consigliabile non lasciar passare troppo tempo tra una mano di vernice e l'altra (massimo 25-30 minuti); cosi facndo ogni singolo strato di vernice si 'fonderà' con gli altri, formando un unico strato omogeneo.
Lasciamo la chitarra appesa ad asciugare per almeno 15 giorni prima di passare alla fase di pulitura e lucidatura.
Pulitura e Lucidatura
Una volta asciugata, la vernice si presenta con l' antiestetico effetto a buccia d' arancia che va eliminato per dare alla chitarra la classica finitura a specchio tipica delle chitarre in commercio.
Il necessario per questa fase è il seguente:- Carta abrasiva da carrozziere (quella che si può bagnare) di grana 1500 e 2000.- Tampone in gomma (una gomma per cancellare va benissimo)- Pasta abrasiva fine- Polish leggermente abrasivo di finitura- Platorello di spugna per il trapano- Ovatta
Immergiamo la carta abrasiva 1500 in una bacinella d' acqua e sapone e cominciamo a scarteggiare con il tampone. E' importante bagnare spesso la carta e procedere un pezzettino per volta, delicatamente e senza fare troppa pressione. Lo scopo è quello di spianare la superficie eliminando l' effetto buccia d' arancia ed eventuali granelli di polvere rimasti nella vernice. Ripetere l'operazione con la carta 2000.A questo punto la vernice si presenta con un aspetto opaco e va quindi lucidata. Mettiamo la pasta abrasiva su un batuffolo di cotone e con movimento circolare cominciamo a strofinarlo sulla superficie della vernice fino a quando, come per magia, tornerà lucida.Terminato il lavoro su tutta la chitarra, usiamo il trapano con il platorello di spugna per passare il polish che andrà ad eliminare gli aloni lasciati dalla pasta abrasiva donando alla chitarra uno splendido effetto lucido.
Di seguito le marche dei prodotti che ho utilizzato:- Turapori, Vernice e Diluente: Milesi- Pasta abrasiva: Arexons (Rimuovi graffi)- Polish: Gerson


Impianto elettrico e Set-up
E' quasi ora di suonare! Non rimane che rimontare le meccaniche sulla paletta, il ponte, i pick-up e le relative mascherine, i potenziometri con le manopole, i bottoni per la tracolla, la presa per il jack e munirsi di saldatore e stagno (gentilmente prestati dal Robby) per realizzare l' impianto elettrico.Non essendo un esperto in materia ho copiato di sana pianta questo schema, disponibile sul sito del noto produttore di pick-up. A proposito, i pick-up che ho usato io sono entrambi dei Seymour Duncan, modello Jeff Beck alla tastiera e modello George Lynch al ponte.
Terminato l' impianto elettrico montiamo una nuova muta di corde e procediamo con il set-up.Regoliamo quindi l'altezza delle corde rispetto alla tastiera, l'altezza dei pick-up rispetto alle corde, accordiamo l'ottava tramite le sellette regolabili del ponte e finalmente potremo collegare il cavo all'amplificatore e ascoltare con soddisfazione il suono di una chitarra costruita interamente con le nostre mani.
Facciamo due conti:
Qui trovate tutti i legni che vi servono per costruire la vostra chitarra:per i prezzi si va da 100 a 200 euro, in base alla qualità del legno scelto.
- Parte elettrica:pick-up, potenziometri, selettore, presa jack circa 250 euro. (Con questa cifra, riuscite a comprare 2 pick-up seri vedi Seymour Duncan, Di Marzio, EMG)
- Hardware:Ponte, bloccacorde, meccaniche, corde e affini 100-120 euro.
- Verniciatura:Vernice e affini (turapori, diluente ecc ecc) circa 50/70 euro.

Come costruire maschere di cartapesta

Come costruire maschere facili con materiali "poveri" ed un po' di fantasia?

"La cartapesta 'moderna' viene fatta con colla vinilica con aggiunta di acqua e carta di giornale, materiali poveri, ma unita ad una buona dose di fantasia e il risultato è assicurato.
Occorrente: Vaselina, piatto da cucina,colla vinilica, acqua, colori, forbici e pennelli
Realizzazione: come stampo principale un piatto da cucina:
· Disponete più strati di carta, intrisi di colla, su uno stampo coperto di vasellina (per impedire che il primo strato di carta vi si incolli).
· Diluite in una ciotola due parti di colla con una di acqua e amalgamate perfettamente la miscela.
· Ricavate dai giornali delle strisce lunghe circa cm 30 e larghe 3, separandole in base al colore.
· Spalmate la colla su ogni striscia, poi collocatele sul piatto, sovrapponendole di circa cm 0,5 in modo che le estremità fuoriescano dal bordo e ricoprite l'intera superficie del piatto.
· Applicate ora un secondo strato di strisce di carta del secondo colore disponendole ad angolo retto rispetto alle precedenti. Realizzate altri 4 o 5 strati, comprimete bene e lasciate asciugare per almeno 24 ore.
· Quando la cartapesta sarà totalmente asciutta, capovolgete il piatto e con una matita marcatene il contorno sulle strisce che sporgono.
· Staccate la cartapesta dal piatto, ripulitela da eventuali tracce di vasellina, poi rifilate con le forbici la carta eccedente, tagliando lungo la linea tracciata, disegnate e tagliate occhi e bocca.
· Prendete una striscia di carta (cm 1x30) impregnata di colla: incollatene un'estremità in un punto del bordo del piatto, piegate la sulla faccia inferiore, oltre il bordo e strappatela. Ripetete sovrapponendo i pezzetti l'uno all'altro, fino a coprire i bordi.
· Fate asciugare, scartavetrate e applicate due mani di idropittura. Lasciate asciugare e decorate con materiali e oggetti minuti.
Con questa tecnica si possono fare molte maschere diverse, ad esempio per rendere la maschera più formosa e carina prima di applicare la carta pesta potete aggiungere con il pongo o materiale similare il naso, bocca, baffi, capelli, guance, etc.
Una maschera può essere fatta avendo un palloncino, un vaso, ecc., ma la cosa essenziale è la vostra fantasia.

FINANZIAMENTI AGEVOLATI E A FONDO PERDUTO

La legge 46/82 ed il decreto legge 297 intendono favorire i processi di ricerca e sviluppo attraverso finanziamenti agevolati ed a fondo perduto che coprono fino al 100% dei costi del progetto. Conosciamo meglio tali leggi e scopri se anche tu puoi approfittarne!

Quasi tutte le attività di Innovazione Tecnologica, Ricerca e Sviluppo possono essere oggetto di richieste di finanziamento grazie al decreto legislativo 297 ed alla legge 46/82. Non molti conoscono tali tipi di finanziamento, e sicuramente pochi ne approfittano; la cosa interessante è che ottenere tali finanziamenti è meno difficile di quello che sembra, vediamo perché e se tali finanziamenti possono essere adatti anche alla tua impresa:Chi può accedere a tali finanziamenti?Il decreto legislativo 297, ma soprattutto la legge 42/86, permettono di accedere ai finanziamenti per l’Innovazione Tecnologica, la Ricerca e lo Sviluppo sia alle società e centri di ricerca che vogliono sviluppare prodotti o servizi tecnologici innovativi (tipo società di software, telecomunicazioni, automazione industriale, ecc), sia alle società manifatturiere e/o artigiane che intendono innovare i propri processi produttivi attraverso lo sviluppo/utilizzo di nuovi macchinari/tecnologie di produzione.Prima di scendere nel dettaglio, definiamo alcuni concetti fondamentali per capire al meglio le opportunità offerte:Cosa si intende per Innovazione Tecnologica?Per azioni di innovazione tecnologica si intendono quegli interventi volti a sviluppare nuovi prodotti, servizi o processi aziendali attraverso l’utilizzo o lo sviluppo di una nuova tecnologia. Cosa si intende per Ricerca Industriale?Per Ricerca industriale si intendono quelle attività mirate ad acquisire nuove conoscenze per la messa a punto di nuovi prodotti, processi produttivi o servizi o per conseguire un notevole miglioramento dei prodotti, processi produttivi o servizi esistenti.Cosa si intende per Sviluppo Precompetitivo?Per Sviluppo Precompetitivo si intendono quei processi volti alla concretizzazione dei risultati della Ricerca Industriale in un piano, un progetto o un disegno … compresa la creazione di un primo prototipo non idoneo a fini commerciali.Quali sono gli strumenti per accedere ai finanziamenti? Tra i Finanziamenti Nazionali per la Ricerca e lo Sviluppo possiamo distinguere due grandi famiglie: 1. I finanziamenti concessi dal Decreto Legge 297, dove sono maggiori le attività di Ricerca Industriale rispetto a quelle di Sviluppo Precompetitivo, che sono gestiti dal F.A.R. (Fondo per le Agevolazioni alla Ricerca) 2. I finanziamenti concessi dalla Legge 46/82 dove sono maggiori le attività di Sviluppo Precompetitivo rispetto alle attività di Ricerca Industriale, gestiti dal F.I.T. (Fondo per l’Innovazione Tecnologica). La Legge 46/82 Andiamo qui a definire nel dettaglio i finanziamenti concessi attraverso la legge 46/82, gestita dal F.I.T., che sono i finanziamenti più utilizzati dalle imprese, essendo il F.A.R. rivolto ad attività di Ricerca di Base e quindi normalmente rivolto più alle Università ed ai Centri di Ricerca.Quali spese sono finanziabili ?Per la 46/82 sono finanziabili le spese di personale, quelle di attrezzature necessarie per le attività di ricerca e sviluppo, consulenze esterne, beni materiali ed immateriali, ed anche le spese per l’acquisto di fabbricati volti a centri di ricerche. A quanto ammonta il finanziamento?Non esistono limiti al finanziamento richiedibile, anche se richiedendo finanziamenti sotto i 1,5 milioni di euro l’istruttoria finanziaria risulta semplificata. La legge 46/82 finanzia fino al 100% delle spese progettuali ammissibili, con una quota massima del 40% di finanziamento a fondo perduto, ed il 60% di finanziamento agevolato con tasso di interesse pari al 20% del tasso di attualizzazione (quindi attualmente intorno all’1,01%). Il finanziamento agevolato deve essere restituito in un massimo di 10 anni, ed ha come periodo di preammortamento la durata del progetto.Come fare a richiedere il finanziamento?Per ottenere il finanziamento si deve preparare un buon piano del progetto, che dimostri le esigenze da cui nasce l’idea, lo stato dell’arte della tecnologia, le attività che verranno svolte nel progetto e gli sbocchi a cui porteranno i risultati del progetto stesso. Per favorire la richiesta di finanziamento può essere utile l’aiuto di un esperto che conosca bene tali tipi di finanziamenti. La domanda va presentata agli organi gestori, che sono delle Banche che svolgono una istruttoria per conto del Ministero. La modulistica può essere trovata sul sito del Ministero delle Attività Produttive.

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