Lettori fissi

domenica 5 luglio 2009

Maurizio Cattelan

Studia da autodidatta e inizia la sua carriera realizzando Oggetti non funzionanti, ispirati all'arte concettuale e al dadaismo.Nel 1986 esegue la prima delle molte parodie, imitando i concetti spaziali di Lucio Fontana con delle tele tagliate in modo da formare la Z di zorro.


Nel 1991 alla galleria d'arte moderna di bologna presenta Stadium, un lunghissimo tavolo da calcetto.Negli anni seguenti è autore di opere, installazioni e performance paradossali, ironiche, irriverenti e provocatorie.Senza titolo 2004, tecnica mista, dimensioni reali Milano, Fondazione Nicola Trussardi.Questa è l'ennesima provocazione di Cattelan, erede di Duchamp e di Piero Manzoni.
L'elenco è lunghissimo e sono sufficienti un paio di esempi: nel 1995 costringe il gallerista Emmanuel Parrotin a travestirsi da Errotin, le vrai lapin, un pupazzo a metà strada tra coniglio e un fallo;alcuni anni dopo appende letteralmente al muro, con grandi strisce di nastro adesivo, il gallerista Massimo De Carlo.
Qui grazie all'appoggio della fondazione trussardi e al patrocinio del Comune di Milano, "impicca" tre manichini di cera ad un albero di piazza XXIV Maggio a Milano scatenando feroci e accanite polemiche.L'artista non dà alcuna spiegazione sull'identità dei tre fanciulli, ne sui motivi che hanno portato alla loro morte, ne sul significato dell'opera stessa e questo aumenta ancor più la confusione e il disagio dei commentatori.A questo si aggiunge il gesto ( che potremmo definire dadaista) compiuto da Franco De Benedetto, un passante che sale sull'albero per tagliare le corde, ma cade al suolo, ferendosi in modo serio.

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