Lettori fissi

venerdì 7 maggio 2010

come si squadretta lo spezzato reale in rapporto al bozzetto in scenografia

dalla crazione del bozzetto alla realizazzione della scena
La misura del fondale viene tenuta di base m. 10 . Dividete la tela in 10 parti di m 1 e altrattanto fate per l’altezza della tela m.5. Il bozzetto dovete dividerlo nel medesimo numero di parti, pari a quelle della tela ottenendo una proporzione( scala).
Per non segnare la quadrettatura sul bozzetto, se di valore, fate un lucido su carta trasparente e lo ricoprite con un foglio di carta celofan, segnandovi i quadretti sopra. Lo scenografo per relizzare il disegno sulla tela, solitamente ha il bozzetto in mano e se troppo pesante su un cavalletto. .
Con l’aiuto e l’impiego di apparecchi speciali ( lanterna magica) si può proiettare sulla tela , fino a dimensioni abbastanza vaste , il disegno del bozzetto. Più è distante l’apparecchio della tela , più si ingrandisce il raggio. Dato che la tela è sempre imbullettata sul pavimento in legno del palcoscenico, è necessario che la macchina sia posta ad una data altezza e perfettamente al centro della tela per non avere aberrazioni

come dipingere su scene di tela o di carta

Preparato a terra il pezzo da dipingere, si inizia illavoro di squadratura e di disegno.
Passato il disegno con l’anilina si comincia a dipingere. Gli aiuti servono per preparare i vasi, la colla,preparare le tinte, campire, e anche ad aiutare a dipingere. La scenografia funziona in permanenza, i colori in polvere si macinano e si tengono in grandi vasi mescolati ad acqua pura ( densi come una crema).
Si è cosìsicuri se mescolati con la tempera , non rimangono grumi nel fondo del vaso, specialmente nel bleu e nel nero, allungando un pò la tinta che sciogliendosi non creerà grumi nella tinteggiatura. latavolozza deve essere preparata epronta con tutte le scodellepiene di colori in polvereasciutti o allungati con acqua, secondo le direttive dello scenografo.
I colosri si dispongono come nella tavolozza di un pittore. Da sinistra a destra : nero, bruni, rossi,arancione,gialli, ocra, bleu, viola, bianco. Per il bianco che si adopera molto è bene avere un vaso di maggiorevolume preparato con la tempera.
Presa visione della parte da dipingere , si preparano le tinte, in gradazioni di toni, ( tinte e mezzetinte). Per esempio un cielo che da un celeste carico, passa al rosaverso la linea dell’orizzonte, con nubi bianche. Preparato il celeste ( Tono più scuro) se si mette direttamente la polvere nella tempera, preparare la tinta con poca colla e con altra tempera.
Si prepara un secchio di bianco a tempera sempre con il solito sistema. Presi dei secchi puliti per le gradazioni intermedie, si preparano altre tre tinte di celeste, degradanti al chiaro, mescolando della tinta bianca e della tinta celeste. Le tinte si provano in un pezzo di tela nascosta , per controllareil tono e la forza della tempera.
Per il rosa,preparato il tono giusto, secondo il bozzeto, nell’ultimo tratto di celeste, si mescolerà della tinta rosa aumentendola gradatamente fino a fonderla con il rosa ( orizzonte ). Si comincia a dipingere dalla parte alta, con la tinta più scura, cercando di sfumare con acqua di tempera i contorni delle nubi bianche, che si dipingono in un secondo tempo.
Per queste grandi campiture, si adoperano le pennellesse a manico lungo, con sopra la tinta ne troppo grassa ne troppo magra.Avanzando con il lavoro, tenuto sempre a zone orientabili ( cielo ) oltre che con i pennelli, le tinte possono essere mescolate fra loro, in modo da dare una certa continuità di sfumatura.
Queste campiture si ripetono anche con gli altri pezzi ( rocce, alberi, monti, prati, tereno)con le tinte preparate secondo il colore del bozzetto. Ricoperto tutto il fondalecon le singole zone di colore, si è ottenuta approssimativamente l’intonazione generale del bozzetto.
Con le medesime tinte, convenientemente rettificate, consultando il bozzetto, si ripassano le zone già dipinte, aiutandosi con i colori della tavolozza cercando di imitare al massimo i toni e la maniera del bozzettista.
Le tinte devono essere molto liquide, il colore non deve fare spessore,deve essere come un velo.Per esempio un bianco puro tenuto liquidissimo, appena dato, sembra acqua senza colore, quando è asciutto sembra anche troppo bianco. La tempera cambia completamente tono quando è asciutta e specialmenteaumentano molto le tinte chiare; queste cognizioni si acquistano con la pratica.
La preparazione delle tinte è importantissima, richede ore e molti tentativi, però se avete pazienza , le ore perdutein questo lavoro, sono riguadagnate, perchè si ottiene un lavoro fresco e brillante, senza bisogno di tante sovrapposizioni. I massimi chiari, i massimi scuri e i particolri, asciutta la tela , si dipingono a tavolozza.
la forza della temperadeve essere sempre costante , nè debole, nè forte , le tinteprovate sulla tela sfregatecon il palmo della mano non devono lasciare traccia .Quando una tinta lascia il colore si dice che è debole.
Quando la tempera è troppo forte, diventa sorda e sparisce la freschezza del tono, si dice che brucia i colori, in questo caso le tinte chiare ne risentono di più perchè tendono a scurire. Per rimediare a questo inconveniente, quando si sia già dipinto, oltre che rettifficare la forza della tempera, si passano delle velature di coloresenza tempera, o con una tempera diluita con acqua.
Per le nubi bianche, si preparano dei secchi uno di bianco, uno di tinta giallina, due grigi, uno caldo e uno freddo, si bagna con acqua il contorno delle nubi e si incomincia a dipingere con il bozzetto alla mano , aiutandosi con i colori della tavolozza. Tutti i secchi di tinta, si mettono sopra una seconda tavolozza con le tinte sempre vicine.
La tintanella pittura su tela, anche se grassa, regge bene senza scrostarsi. Non così è la pittura su carta.Il pennello deve essere quasi asciutto e la tinta tirata almassimo altrimenti oltre ai segni delle pennellate è facile scrosti e segni nelle pieghe, quando il fondale viene piegato. Ad evitare errori durante la tinteggiatura e sorprese finali, preparate le tinte, si provano su di un pezzo di tela numerandole. Altrettanto si fa per i vasi che contengono le tinte corrispondenti

come si crea la riva a bandinella in teatro

Se il fondo è tenuto dal panorama, hanno grande importanza le rive di fondo, quasi sempre dipinte a mare, pianura, monti, ecc.
La riva a bandinella è una tela dipinta chegira tutt’attorno al panorama ad una distanza media di m 2 ( per permettere alle luci di orizzonte di illuminare la parte bassa del panorama ). Può essere lunga anche m 30- 40. Alta secondo lenecessità ( anche fino a 4 m., divisa in settori di m.8 cernierati a metà ( m. 4 raddoppiati ).

La riva normale tenuta in posizione perpendicolare al piano del palcoscenico, causa la brusca interruzione fra tela e tavolato, rende molto meno prospetticamente della riva a bandinella. La bandinella ( tela libera del telaio) portandosi avanti i parecchi metri, sostiuisce il tappeto dipinto e crea con l’abbassarsi insnsibilmente al iano delpalcoscenico, una continuità di pittura, servendosi ottimamente anche della resa delle luci.

Per le misure , calcolata l’altezza della riva orizzontalmente, si aumenta quei tanti metri di tela necessari per arrivare a terra, con una curva dopo della tela e oi proseguire a piano palcoscenico fino a essere coperta dal pubblico, a mezzo degli spezzati laterali.
La confezione della tela, richiede la francese in testa, una francese riportata al punto dove incomincia la crva della bandinella e una piccola sacca al piede, per passare lo stangoncino o un tondino di ferro, se la fine in coperta al pubblico. se l’orlo è visibile, frestagliato, viene imbullettato a piano palcoscenico.

come realizzare oggetti tridimensionali in cartapesta per scenografie

sono molti i soggetti di queste costruzioni : statue, capitelli, colonne,alberi, rocce, parapetti, pilastrini, vasi, ecc..

Per la loro realizzazione si prepara il disegno nelle tre dimensioni larghezza, lunghezza, altezza, e la pianta. Se il costruttore ha dimestichezza con il disegno geometrico, questi dati sono sufficienti per la costruzione dello scheletro, altrimenti sulla carta da scena si porta il disegno della grandezza naturale, con segnati i particolarei costruttivi, centine, ecc.
terminato lo scheletro si passa alla foderatura con carta, tela e colla. Sul disegno in grandezza naturale contorno dell’albero, posizione delle centine di legno,fatto il contorno per esempio dell’albero o di tavola o con un regolo che ne segna la forma, il costurttore prende lesagome delle centine e le porta in posizione perpendicolare al piano dell’albero, fermandole con delle piccole squadrette, colla e chiodi.
Riveste poi l’albero , con regolini se ha delle forme obbligate con rete moscaiola, tela , garzao altro , basta che rassomiglia approssivatimente alla forma indicata in bozzetto. L’albero passa poi al ad essere foderato. Il primo strato deve essere di carta.
Secondo strato: tela leggera rivoltata anche ai bordi esterni poi secondo la robustezza che si desidera si può arrivare a un rivestimento di 10 strati di carta. Per creare inodi e le protuberanze dell’albero si adoperano trucioli o malloppi di carta rivestiti poi di tela e carta.
Il collante più efficace è composto da una parte di colla, impastata con 4 parti di colla di farina di frumento. Asciutta la cartapesta, l’albero viene dipinto con i soliti colori a tempera ( di buon aiuto è la spugna) . La cartapesta fatta su un modello senza forma si adopera per tutti i pezzi che non hanno una caratteristica definita, come : alberi ,colonne, basi, massi. Invece per statue, capitelli, modanature, ornati, è quasi sempre necessario prima modellare il lavoro in creta ,poi la foma in gesso e quindi la foderatura in carta tenuta da bordi esterni da un leggero telaio.

come creare piccoli effetti scenici in scenografia

alcuni effetti in scenografia possono essere realizzati con piccoli accorgimenti

Lucciole e altre cose in movimento:per ottenere l’effetto del volo delle lucciole che si appoggiano ai cespugli e riprendono a muoversi, si usano lunghe canne flessibili ( fistole per poter contenere il filo elettrico). alle estremità della canna da una parte la lampadina ( micro mignon o pisello) , dall’altro la pila elettrica con un pulsante per simulare l’intermittenza della lucciola. le persone addette a questa mansione sono poste dietro agli spezzati di scena (in coperta dal pubblico)e agitando la canna, premendo il pulsante elettrico ottengono l’effetto delle lucciole.

Riflesso di acqua in movimento su pareti: l’acqua non è visibile agli spettatori , ma tramite questo trucco essi devono avere la sensazione della sua presenza. a piano palcoscenico si pone un recipiente pieno di acqua di forma rotonda .dal telaio dello spezzato di scena parte un cordino al quale è stato legato un pezzo di legno ( in corrispondenza con il centro del recipiente)

Il cordino continua fino a terminare nelle mani della persona nascosta dietro il fianco . una lampada illumina la superficie dell’acqua , generando delle onde concentriche che grazie alla luce vengono riflesse sulla parete. si ottiene il medesimo effetto che si nota sulle pareti e sotto i ponti quando il sole batte sull’acqua in movimento.
Apparizione del sole o della luna:il sole o la luna devono descrivere in un dato tempo una traiettoria. nella zona della traiettoria, la tela di uovo è cucita alla tela dal resto del fondale ( ghine o canapa) e dipinta con anilina trasparente o lasciata bianca. la parte bassa dei monti è dipinta in nero lasciando bianca la zona del fiume.
Il nero viene messo dopo aver finito la pittura, sul rovescio del fondale. l’apparizione del sole avviene dietro il fondale dipinto sulla pelle d’uovo. alla distanza voluta e piazzato sopra un praticabile un proiettore la cui lente proietta sul fondale la forma rotonda del sole o della luna. un appriopriato meccanismo farà percorrere all’immagine priettata sul fondale un arco di cerchio nel tempo voluto, magari simulando il sorgere o il calare del corpo celeste dietro l’orizzonte.

Cambiamento a vista con velo posto a boccascena: in casi eccezionali, per necessità musicali o per cambiamento di scena nel medesimo atto ( quadri) sono necessari cambiamenti velocissimi con sipario aperto ( a vista ). mentre avviene il cambiamento, l’orchestra continua a suonare ed è necessaria la luce sui leggii.

Questa luce sebbene schermata illumina le parti laterali della sala ( arco scenico ) permettendo al pubblico di vedere tutto ciò che succede in palcoscenico. per evitare questo inconveniente viene abbassato un velo di colore neutro ( tulle a nido di vespa). ma la luce che traspare attreverso il velo permette ai macchinisti la loro manovra ( se necessario vestiti di nero) mentre il pubblico non riesce a vederli grazie alla schermatura ottenuta con il velo.

A questi pericolosi cambiamenti in genere si preferisce un sipario leggero , dipinto con riferimento alla trama del dramma . nel cambiamento a vista basta un piccolo contrattempo per rovinare lo spettacolo. data la poca luce potrebbe accadere di tutto: sbagliare la posizione di un fianco, un tirone che non agganci. se il cambiamento a vista è al buio completo, i pezzi da cambiare saranno tutti montati su carrelli scorrevoli o entro apposite guide e i macchinisti muniti di lampadine puntate sempre sul palcoscenico potranno individuare facilemnte i segni bianchi opportunamente predisposti.

Fuochi di legna - fumate caminetti, bracieri, cataste di legna ardenti e altri effetti di fuoco, fiamme a mezzo di apparecchi elettrici o di ventilatori, vapore, ecc. preparata una catasta di legna o un braciere ( reali o cartapesta o altro materiale )negli spazi fra legno e legno vengono inserite delle gelatine colorate di rosso, giallo, viola ecc. al piano della catasta piazzate le lampadine in comunicazione a mezzo di un cavo elettrico alle prese di sottopalco o con pile autonome.

Con un contatto in resistenza si aumenta o diminuisce la luce. per ottenere l’illusione delle fiamme in movimento impiegare un ventilatore adagiato , con pale orizzontali : si legano alla protezione metallica tanti nastri di seta gialli, rossi, bianchi larghi un centimetro e di differenti lunghezze. posto in moto il ventilatore tutti i nastri si alzano verticalmente dando l’illusione delle fiamme in movimento. a mezzo del vapore ( un recipiente pieno di acqua bollente) , ghiaccio sintetico,antimonio, ammoniaca si ottiene l’effetto del fumo

come realizzare oggetti tridimensionali per scenografie creando basi di creta o gesso

Il lavoro da realizzare è molto simile a quella di uno scultore
Lavoro in creta: La prima operazione da fare è quella di realizzare uno scheletro possibilmente utilizzando il legno, se il soggetto che dovete realizzare è una statua , dovete applicare tanti piccoli pezzi di legno con crocette, fermati con un filo di ferro per le posizioni più sporgenti per poter reggere ossia sostenere la creta e con dei chiodi infissi nello scheletro si crea un groviglio di filo di ferro che serve pure ala medesimo scopo.

Si appoggia poi la creta ,battendola con un mattarello di legno e si comincia a modellare. Se però la creta deve poggiare su di un piano orizzontale è inutile mettere le crocette e i chodi.
Forma in gesso: Per gettare la forma in gesso che serve per fare l’oggetto di cartapesta , posto in piano la scultura di creta, si divide in più parti, utilizzando un taglierino. Fatto questo si chiude il lavoro creando un bordo di legno più alto della creta. Si viene così ad avere una specie di cassetta che obbliga la colata di gesso,il gesso deve essere rovesciato a secchi e perchè risulti meno pesante si combina con trucioli di imballaggio.

Coperto tutto il lavoro, per tenerlo in piano con il gesso ai quattro angoli si fanno i piedini. Prima di mettere il gesso è bene isolare il lavoro di creta con acqua e sapone. Terminata la forma di gesso dopo pochi minuti si può metterla in piano e levare la creta.

Dato che il lavoro teatrale, si vede più nell’assieme che nei particolari,è bene nei draghi , animali ecc. evitare gli incavi o rientranze ( sotto scarpa) perchè se la forma di gesso è di un solo pezzo quando si leva la cartapesta, non sortirebbe da questi punti, ma si strapperebbe.
La forma di gesso preparata in precedenza viene composta sopra un tavolone unendo tra loro i vari pezzi. Dopo averla bagnata e insaponata , una volta asciutta la si cosparge di talco, in maniera da formare uno strato che faciliti lo svincolo della cartapesta realizzata dalla forma stessa. Si stende il primo strato di carta e lo si incolla

( da una parte sola : la parte che si trova a contatto col minio o talco non deve essere incollata.La carta degli stati successivi deve essere invece incollata da tutte e due le parti e nei punti senza incavi o protuberanze, può essere raddoppiata. Per i lavori minuti e dettagliati si usa un solo strato di carta leggera 8 giornali, velina ecc.) in modo da poter seguire bene il movimento della forma premendo con le dita.

Secondo la qualità e lo spessore della carta , il numero degli strati cambia: per avere una cartapesta solida come il legno è bene arrivare a 8 o 10 strati di carta. All’inverno se è possibile operare nei locali caldi ( camera delle caldaie, termo) si può levare la cartapesta non appena è perfettamente asciutta.

Se il locale è freddo, dopo due o tre giorni quando si incominciano a notare macchie di muffa, bisogna levare la cartapesta della forma, anche se appare ancora troppo molle,altrimenti marcisce. Per rovinare il meno possibile il lavoro , si riemnpie di trucioli o carta e si fa costruire dal falegname , sopra la forma una leggera armatura di legno che viene fermata con chiodi , carta e tela .

Si rovescia sopra un piano mobile la forma di gesso e si cerca con pazienza di levare la cartapesta lasciandola poi asciugare senza più toccarla. E’ buona regola rinforzare in tela l’orlo esterno dell’oggetto che si inchioda al telaio, dovendo esso sostenere tutto il peso della cartapesta. Umida la cartapesta si rompe con estrema facilità e perde la forma , mentre quando è perfettamente asciutta è resistentissima come il legno.
Questo metodo serve pure se si impiega la lana di vetro che viene spruzzata e compressa entro la forma di gesso. Nel caso di pezzi di roccia a armati, sagome, o altri pezzi di questo genere, che sono soggetti in palcoscenico a sfregamenti, trasporti , ecc. è bene che, dopo aver steso i normali 5 o 6 strati di carta, se ne aggiunga un altro di rinforzo, costiuito da pezzetti di tela leggera ( pelle d’uovo) a sua volta ricoperto da altri 2 o tre strati di carta.
Cartapesta: per lavori urgenti, si abolisce il lavoro in creta e la forma in gesso. La cartapesta supplisce opportunamente la creta. Dovendo però eseguire una statua su disegno , fatto lo scheletro in legno dal falegname , lo si copre di regolini ponendolo orizzontalmente appoggiato ad un piano.

Si ricoprono i regolini con più strati di carta e uno di tela leggera , ricoperta di carta. La cartapesta esiste anche in commercio ( cartiere ); consiste in carta tritata . Messa a bagno nella colla ( 3 parti di colla di farina di frumento, una parte di colla forte da falegname) e poi impastata con bianco medon, o gesso , o legno preparato in vaso di colla.

Nei punti più alti , si segue il metodo della creta , creando dei sostegni con le crocette e fili di ferro. Per i particolari e per ottenere una superficie liscia, è buona la carta bianca, crespata da fiori, che unita alla colla, permette qualsiasi modellazione.
Con un barattolo di colla a portata di mano, si lisciano e premono le parti che si modellano e poi si turano le piccola rugosità che rimangono.
Se il lavoro presenta drappeggi ultimato il lavoro di assieme, si prendono dei pezzi di tela già preparati di forma ( perimetro) e posta la statua in piedi, tenendo presente il bozzetto, si intingono in un miscuglio composto di 4 parti di colla di farina di frumento fredda e due di gesso da formare liquido. Bisogna adoperare subito , perchè il gesso sebbene lentamente fa presa .

Se si opera senza esitazioni si può intingere la tela anche sul solo gesso da formare,poco consigliabile perchè poi si sfalda. Si appoggia la tela alla statua e si dispongono le pieghe, sostenendole fino a che non abbiano fatto presa con dei regolini o malloppi di carta.

Asciutta la tela si fodera con vari fogli di carta, ottenendo la cartapesta. Con questo sistema abbastanza sbrigativo si possono modellare le statue ,importante evitare la rete , che essendo elastica a ogni urto cede. Può servire per i corpi rotondi ma non dà affidamento, perchè con la ruggine i corpi aderenti si staccano , in più dà sempre forme approssimative.

come realizzare l’illuminazione di una scena a panorama in teatro

Partendo dal pressupposto che il panorama può essere , semicircolare, ellittico a tre lati con curve ai lati, in tela di canapa, ghinea, plastica trasparente; può essere rigido ( telaio ricoperto di compensato) semirigido ( metà su telaio, parte bassa; metà in tela parte alta)
Le scene che si servono del panorama rappresentano in genere esterni: boschi, giardini, piazze, muri, paesaggi di montagna, pianura, ecc… Se il panorama è di plastica trasparente può essere illuminato da dietro Ad esempi per realizzare l’alba che si effettua con il passaggio dal celeste ( cielo) al grigio,viola, rosa, orizzonte, giallino pallido.
per realizzare invece il tramonto: parte alta celeste, verdastro, violetto, grigio, orizzonte giallocaldo. Secondo l’intonazione della scena e la sua funzione nello spettacolo( tragica, comica, ecc.)le tinte saranno più o meno pure, se per i cieli reali oppure definite pittoricamente a mezzo di lastrini, se riproducenti un bozzetto a carattere di quadro.
A mezzo delle resistenze, tutto questo luci possono diminuire dalla massima intensità luminosa fino al buio totale dando l’illusione della notte. Per le variazioni di colore si usano le gelatine con tutte le gradazioni di tinte, calde e fredde.
I colori giallo bianco, verde,bleu, rosso, sono stati usati nelle bilance e apparecchi fissi. Per i cieli, illuminati proiezioni oltre che con l’aiuto di luce portata dalle bocce, funzionano apparecchi speciali piazzati sul ponte e sulle parti laterali del palcoscenico. La macchina delle nubi e i proiettori per proiezioni di nubi sono posti realmente sul ponte luce o sulle torrette laterali.
Per realizzare colori luminosi a luce nera ( luci spettrali Wood) Le sostanze coloratein polvere, specifiche per questo sono solubili sia in nitrocellulosa che in acqua e si adoperano con pennelli normali, dipengendo oggetti, e vari pezzi di scena. ( N.b sulla pelle sono velenosi e fissati la fonte luminosa dà noia agli occhi).
La figura o l’oggetto in parte dipinti , si illuminano solamente quando entrano nel raggio di luce nera proiettata da apparecchi posti in coperta dalla vista del pubblico. Nel caso di spettri , angeli, draghi alati, ecc. si ottengono effetti fantastici.
Raggio di luce e suo rendimento Durante le prove di luce, oltre alle continue revisioni, vari accorgimenti per eliminare le ombre prodotte sulla posizione della scenografia e per rettifficare le intonazioni dei colori e delle luci e creare l’appropriata atmosfera ambientale, si presentano sempre imprevisti che richiedono tempo e pazienza.
La posizione esatta dei pezzi verticali è la base principale per ottenere una perfetta resa di luce. Basta una leggera inclinazione dell’angolo retto, in avanti o all’indietro, perchè il pezzo di scena cambi di intensità luminosa e se non ci si accerta questi errori, si continua per delle ore a controllare la luce senza nessun risultato concreto.
Fonte luminosa: La fonte luminosa secondo la sua posizione influisce sulla illuminazione delle scene. E’ ovvio che per ottenere il massimo renimento della fonte luminosa , il pezzo di scenografia deve trovarsi ad angolo retto e il proiettore piazzato in posizione normale al centro del pezzo.
Visione di stelle sul panorama: stelle proiettate sul panorama a mezzo di lastrini. Un lastrino di cm 12 x 12 o 18 x 18 ricoperto di tinta coprente o nero tempera, con uno spillo si praticano in superficie tanti forellini in ordine sparso ( forellini quasi invisibili per ottenere sul panorama delle stelle di pochi centimetri).
Il lastrino posto sull’apparecchio di proiezione , si proietta sul panorama o sul fondale di tela , ottenedo l’effetto desiderato , perchè le stelle che siottengono sono poco luminose e di forma irregolare. Per ottenere un effetto quasi reale, è ottimo l’impiego di piccole lampadine ( mignon, micro mignn, piselli) appese al filo elettricoche scende da uno stangone o traliccio di soffitta ( tiro a mano o contrappeso).
Le lampadine disposte irregolarmente sia come distanza che come altezza e in più file, risulteranno più o meno luminose se trasferite in diversi circuiti a resistenza. Nei panorami rigidi o semirigidi di materiale solido ( compensato ecc. ) le lampadine verranno inserite in piccoli fori disposti in ordine sparso. Essendo i fori piccoli, data la distanza del panorama dal pubblico, non sono visibili nemmeno quando questo è illuminato a giorno.
Per i fondali di tela dipinti a cielo, le stelle vengono ottenute mediante piccoli forellini a forma di stella. Rovesciato il fondale, si dà una tinta nera per evitare di vedere la fonte luminosa posta al di dietro. Quando il fondale è illuminato a intermittenza creeranno l’illusione del brillio. Questo sistema è buono per i fondali di tela ,per compagnie viaggianti e perchè è economico. I forellini a forma stellare,possono esserericoperti di tela leggera( pelle d’uovo) o con altro materiale trasparente.

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