In Gallia non soltanto in tutte le città e in tutti i villaggi ma anche in ciascuna famiglia ci sono partiti e di loro sono i capi delle tribù che apparsi a giudizio di ? avere somma autorità in ogni decisione. Pare che questa tradizione sia stata istituita in epoca antica per questo, affinché nessun cittadino della plebe fosse privo di protezione contro uno più potente. Ciascun capo infatti non sopporta che i suoi siano oppressi e ingannati e se facesse altrimenti non avrebbero alcuna autorità fra i suoi. Questo costume regna in generale in tutta la Gallia e perciò tutte le popolazioni furono divise in due parti.
sum, es fui, esse
habeo, es, ui, itum, ere
videor, eris, visum sum, videri
ageo, es, agui, ere
divido, is, si divisum, ere
Lettori fissi
domenica 3 maggio 2009
I Pompeiani cominciano a cedere (I)
Nello stesso tempo Cesare ordinò che la terza linea che era stata tranquilla e fino a quel momento si era mantenuto nel posto assegnato avanzasse. Così essendo succeduti i vigorosi e gli illesi agli stanchi, alcuni invece assalirono alle spalle, i Pompeiani non poterono resistere e batterono in ritirata. E Cesare non si era in verità ingannato sul fatto che da quelle truppe che erano collocate di contro ai cavalieri in quarta fila, comincia l’inizio della vittoria, come lui stesso aveva detto nell’incitare i soldati. Tra quelli infatti in primo luogo distrutta la cavalleria, tra gli stessi sono raccolti i corpi degli arcieri e dei frombolieri, tra gli stessi l’armata Pompeiana era circondata dalla parte sinistra e fu stabilito l’inizio della fuga.
I libri sibillini
Si narra che una volta una certa vecchia si recò dal re Tarquinio, portando con se nove libri, che diceva contenevano i divini presagi e desiderava vendere. Tarquinio avendo domandato il prezzo, la vecchia chiese il prezzo massimo; il re la derise perché pensava avesse perso il senno a causa della tarda età. Allora quella, avendo posto un fuoco davanti a questo, bruciò tre dei nove libri e chiese se voleva comprare i sei rimanenti allo stesso prezzo. Ma parve a Tarquinio, che rideva molto di più, che la vecchia senza dubbio delirasse. Ma immediatamente la vecchia, bruciati altri tre libri, chiese candidamente di nuovo al re se voleva comprare gli ultimi tre libri al medesimo prezzo. Allora si dice che Tarquinio sia divenuto più attento; infatti pensò che una donna così costante e sicura di sé non fosse da sfidare; pertanto comprò immediatamente al medesimo prezzo i libri. Quando la vecchia partì da Tarquinio, nessuno seppe mai che cosa lei fosse stata pagata: ciò non fu più visto da nessuna parte del mondo.
I Pompeiani cominciano a cedere (II)
Ma Pompeo, come vide la sua cavalleria sconfitta e confidava massimamente in quella osservò quella parte spaventata, diffidato da chiunque altro, uscì dall’esercito e per mezzo del cavallo si rifugiò nell’accampamento senza fermarsi e ai suoi centurioni nel posto di guardia aveva collocato presso la porta pretoria, chiaramente. Affinché i soldati udissero distintamente: “Proteggete – disse – l’accampamento e difendete diligentemente, se qualcosa ? sarà accaduto. Io circondo le restanti parte a rafforzo”. Avendo detto queste cose, sii rifugiò nel pretorio diffidando dell’esito finale e ciononostante aspettante l’evento. Cesare spinti i Pompeiani alla fuga nella valle, stimante che nessuno spazio fosse necessario di essere concesso agli spaventati, esortò i soldati affinché utilizzassero il beneficio della fortuna e assalgono l’accampamento. Quelli, anche se affaticarti dal calore( infatti la cosa si era prolungata oltre mezzogiorno), nonostante risoluti di ogni sforzo, furono sottomessi al comando.
Gli studenti si devono esercitare attivamente
Gli studenti si devono esercitare attivamente
Ne lo stesso precettore deve solo insegnare queste cose, ma interrogare frequentemente e mettere alla prova il discernimento degli studenti. Così l'apatia si allontanerà da coloro che ascoltano, ne le cose che si andranno dicendo sfuggiranno agli orecchi: insieme, condurranno a ciò quello che da questo si chiede; cioè che loro conoscano e capiscano. Infatti che cos'altro facciamo insegnando a loro se non che sono sempre da informare? Questo genere di attenzione oserei dire più utile agli studenti più che a tutte le abilità in ogni cosa. Come tuttavia sono state tramandate alcune regole generali nell'arte della guerra molto maggiormente sarà comunque più vantaggioso conoscere per quale motivo qualcuno dei comandanti ne faccia uso sapiente in quale circostanza, in quale momento, in quale luogo o sia contrario: infatti in tutte le cose generalmente le regole valgono meno che la pratica.
Ne lo stesso precettore deve solo insegnare queste cose, ma interrogare frequentemente e mettere alla prova il discernimento degli studenti. Così l'apatia si allontanerà da coloro che ascoltano, ne le cose che si andranno dicendo sfuggiranno agli orecchi: insieme, condurranno a ciò quello che da questo si chiede; cioè che loro conoscano e capiscano. Infatti che cos'altro facciamo insegnando a loro se non che sono sempre da informare? Questo genere di attenzione oserei dire più utile agli studenti più che a tutte le abilità in ogni cosa. Come tuttavia sono state tramandate alcune regole generali nell'arte della guerra molto maggiormente sarà comunque più vantaggioso conoscere per quale motivo qualcuno dei comandanti ne faccia uso sapiente in quale circostanza, in quale momento, in quale luogo o sia contrario: infatti in tutte le cose generalmente le regole valgono meno che la pratica.
Gente dei tempi andati
Brescia è la patria di dei Minucio, di quella nostra Italia che sino ad ora tiene e conserva molta della timidezza, dell’onestà ed anche della semplicità antica. Padre di lui è Minucio Matrino, capo dell’ordine equestre, perché non ha voluto nulla di più alto e riteneva essere abbastanza di stima per lui quell’ordine. Infatti scelto dal divinizzato Vespasiano tra i pretori, antepose l’onesta alla nostra ambizione, insofferente dalle preoccupazioni. Ha nonna materna Serrana Procina con municipio di Padova. Ha conosciuto luoghi e modi, Serrana, tuttavia non solo è memore dell’antico pudore, ma è anche prova della severità dei Padovani Ha eguaglio sia lo zio materno sia P. Acilia per serietà, per prudenza, per una lealtà ? ?, Nell’insieme in tutta la casa non ci sarà niente, che non ti piacerà come nella tua.
Filippo, Alessandro, Pirro, Dionisio
Tra la gente macedone due superano di molto gli altri per la gloria delle gesta: Filippo, figlio di aminta, e Alessandro Magno. Uno di questi due consumato dalla malattia a Babilonia, Filippo fu ucciso dagli Egeati, mentre andava a vedere i giochi vicino al teatro. Un Epirota, Pirro, che combatté contro il popolo romano. Egli mentre espugnava la città di argo nel Peloponneso, colpito da un sasso, morì. Uno del medesimo genere Siculo, il vecchio Dioniso. Infatti fu sia forte meno che esperto in guerra e, che non è facile da trovare in un tiranno, minimamente avido, non lussurioso, non avaro; e infine per niente cupido di alcuna cosa se non
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